Intervento di Orchidopessi per Didimo Retrattile
Operatore: Prof. Patrizio Vicini
Caso Clinico
Uomo di 28 anni che presenta didimi o testicoli retrattili.
Cosa è il Testicolo Retrattile
Anche definito testicolo fluttuante, ad ascensore o pseudocriptorchidismo appunto diverso dal criptorchidismo vero ( ossia quando, a livello dello scroto, mancano uno o entrambi i testicoli, l’incidenza del cripotorchidismo verso è di 1 o 2 casi ogni 100 bambini e aumenta nei bambini nati pretermine).
Il testicolo retrattile si verifica quando quest’ultimo ossia il testicolo, pur essendo correttamente presente ed alloggiato nello scroto, si muove costantemente verso l’ alto fino a raggiungere l’anello inguinale esterno.
Ciò avviene per un riflesso del muscolo cremasterico ed è frequente sia nei bambini che negli adulti: nel primo caso, è chiaramente più complesso fare diagnosi, nonostante il dolore possa essere intenso.
Testicolo retrattile nel bambino in eta’ pediatrica
Per rilevare la presenza di testicolo retrattile nel bambino, è sufficiente un normale check-up da parte del medico andrologo. Dato che si tratta di una sintomatologia che solitamente è presente già nell’infanzia, è bene, sin da quando il bimbo è particolarmente piccolo, rendersi conto se ci si trova davanti ad un caso simile.
Una manipolazione dello scroto è un movimento sufficiente per comprendere la situazione: basteranno lievi movimenti per rendersi conto se si ha a che fare con il testicolo ad ascensore o con quello ritenuto (definito criptorchidismo). In molti casi, comunque, questo è un problema che può risolversi autonomamente durante l’epoca puberale.
È sempre necessario valutare una volta l’anno tramite visita andrologica lo stato delle cose che per monitorare dei cambiamenti sull’organismo. Solitamente, i 13-14 anni sono un’età importante in tal senso, in quanto il pediatra potrà consigliare un trattamento di tipo ormonale o un trattamento definitivo chirurgico per lo spostamento del testicolo retrattile.
Quindi, anche a seguito di ciò, sarà necessario tenere d’occhio lo status delle cose tramite visita andrologica: questo è indicato anche nei casi di bambini con testicolo retrattile monolaterale o testicolo retrattile bilaterale che gia stanno effettuando una terapia e che dovranno, pertanto, essere monitorizzati fino all’uscita dalla pubertà.
Testicolo retrattile nell’adulto
Quando si raggiunge un’età adolescenziale o adulta e la condizione di testicolo retrattile non è stata risolta, sarà necessario monitorare con ancora più cura questa situazione, con lo scopo di evitare che questa si aggravi ulteriormente.
Nel maschio adulto, è una situazione che avviene più raramente, ma anche in questo caso è legata alla temperatura del sacco scrotale.
Altri fattori che possono essere scatenanti sono:
- Cicatrici legate ad un pregresso intervento chirurgico di riparazione di ernia inguinale
- Problematiche con un percorso di un testicolo discendente
- Il cavo spermatico che è meno ampio del comune
Spesso, si può dover ricorrere ad interventi chirurgici o terapie supplementari.
Cause del testicolo retrattile
La principale causa di testicolo retrattile è l’iperattività del muscolo cremastere. Quando questo si contrae, porta verso di sé il testicolo, spostandolo dalla sua zona di riposo e attraendolo verso la parte inguinale del lato coinvolto. Il muscolo cremasterico, tendenzialmente, è deputato a controllare la sola temperatura delle gonadi o testicoli, che devono avere temperature lievemente al di sotto di quella corporea.
Quando invece si ha una temperatura più bassa, tale muscolo effettua la contrazione che scatena lo la situazione di testicolo ad ascensore. Questo status è particolarmente frequente nell’infanzia, uno dei momenti in cui il riflesso è più forte e maggiori sono le probabilità di avere un testicolo ascendente, conseguenza del testicolo retrattile.
Questa condizione di testicolo retrattile è considerata un fattore di rischio per problematiche piu serie, e può portare con sé alcune rilevanti conseguenze, come:
- Tumore del testicolo
- Torsione del testicolo, situazione in cui non viene più apportato sangue allo stesso e si può arrivare anche alla necrosi ischemica con perdita del testicolo stesso.
- Problematiche di fertilità.
Sintomi del testicolo retrattile
La sintomatologia è invece legata ad alcune condizioni, quali:
- possibilità di muovere in autonomia il didimo o testicolo dall’inguine sino allo scroto;
- testicolo o didimo che appare di tanto in tanto nello scroto;
- scomparire per un breve lasso di tempo.
Questi movimenti sono soliti causare dolori o fastidi e possono portare complicazioni e vanno pertanto tenuti sotto osservazione.
In tal senso, è da sottolineare come sia difficile comprenderne le cause, in quanto né Radiografie né una risonanza magnetica o un’ecografia testicolare possono essere utili per determinare se ci si trova in presenza di testicoli retrattili o meno, è solo l’esame obiettivo dello specialista Andrologo che ne permette la diagnosi certa.
Intervento al testicolo retrattile
Il metodo chirurgico per intervenire su un testicolo retrattile è detto orchidopessi: con il termine orchidopessi, il chirurgo attraverso una piccola incisione scrotale sposta il didimo o testicolo nella sua posizione naturale, fissandolo con dei punti di sutura riassorbibili, in genere è bene fissare entrambi i testicoli.
l’orchidopessi è un intervento che, normalmente , andrebbe effettuato nel corso del primo anno di vita di un paziente pediatrico, per facilitare la discesa fisiologica delle gonadi.
Esitono anche terapia di stimolazione ormonale del testicolo sono assai diverse tra loro;
Spesso, sono comunque sufficienti terapie di stimolazione ormonali che sono in grado di regolare la discesa del testicolo attraverso iniezioni intramuscolo ormonali specifiche.
Comlicanze
Le principali complicanze sono rappresentate :
- Ematoma scrotale;
- Idrocele o liquido all’ interno della tunica vaginale del testicolo;
- Infiammazioni del sacco scrotale.
Decorso post-operatorio
Nel post-operatorio è consigliabile effettuare medicazioni “a piatto” della ferita, vale a dire usando semplicemente il disinfettante sulla ferita ed applicando con una garza sterile o un cerotto.
Nelle prime 24-48 ore si consiglia di fare impacchi di ghiaccio intermittente sulla sede dell’intervento minimizzando il rischio di sanguinamento.
Terapia antibiotica per 5-7 giorni.
Normale ripresa attività lavorativa o scolastica dopo 48-72 ore.
Astensione sforzi fisici e rapporti sessuali per 4 settimane.