Sclerosi del collo vescicale primitiva e secondaria
Mallattia del Collo Vescicale propriamente detta o “Primitiva”
La malattia del collo vescicale, o sclerosi del collo vescicale propriamente detta, colpisce soprattutto gli uomini giovani o di mezza età ed è rara nelle le donne. È più frequente di quanto si possa credere: negli uomini di età inferiore ai 50 anni con sintomi ostruttivi e disuria (minzione dolorosa), essa può essere rilevata in circa il 50% dei casi.
Eziopatogenesi
Può essere “primitiva” oppure “secondaria” a patologie neurologiche, come la sclerosi multipla, neuropatie virali e ischemiche o secondaria a lesioni del midollo spinale.
Per quanto riguarda la forma “primitiva” è molto probabile che si tratti di una patologia nella maggior parte dei casi di origine genetica. La malattia insorge in giovane età e progredisce lentamente, per tale motivo di solito il paziente non si accorge di urinare male fino a quando viene scompensata tale situazione di equilibrio, questo è il caso di quei pazienti in cui la malattia del collo viene scoperta quando compare un’iniziale ipertrofia prostatica che porta al peggioramento improvviso della sintomatologia (il cosiddetto intrappolamento prostatico come definito da Turner-Warwick).
Indipendentemente dal fattore eziologico, tutte queste forme hanno in comune il quadro anatomopatologico, che in una fase iniziale si caratterizza per un incremento della quota muscolare del collo con architettura anomala, cui corrisponde una sintomatologia ostruttiva progressivamente ingravescente; in una fase successiva si ha deposizione di tessuto connettivo con sclerosi del collo che si apre in modo incompleto durante la fase minzionale.
Diagnosi
- Cistouretrografia retrograda e minzionale (mancata o incompleta apertura del collo vescicale in fase minzionale).
- Uroflussometria che dimostra un flusso lento e prolungato con un bassi indici uroflussimetrici, ed una curva di flusso irregolare con aspetto a “dente di sega”.
- Eeventuale esame urodinamico per confermare il quadro di ostruzione.
Trattamento
La prima fase della malattia in cui predomina l’ipertrofia della parete muscolare, in genere si giova dei farmaci alfa-bloccanti. Solo in questa fase, si hanno buoni risultati in circa un 1/3 dei casi di malattia primitiva e in circa il 40% delle malattie del collo di origine neurologica.
Quando, come accade nella maggior parte dei casi, la lesione è già sclerotica, la terapia definitiva è chirurgica, con un approccio per via endoscopica. L’intervento consiste sostanzialmente nell’incisione tramite fibra laser del collo vescicale, praticando una sola o due incisioni, alle ore 5 e alle ore 7, a partire dagli osti ureterali fino ad arrivare al veru montanum.
Questa incisione può determinare un certo grado di eiaculazione retrograda, che però è parziale in percentuali variabili dal 10 al 50% dei casi e totale solo nel 5% dei casi.
Se è presente anche l’intrappolamento prostatico è preferibile effettuare una piccola resezione prostatica che includa anche il collo vescicale.
Sclerosi del Collo Vescicale “Secondaria” ad Interventi Chirurgici
La sclerosi del collo vescicale secondaria a interventi chirurgici urologici può essere:
- Sequela di resezione prostatica transuretrale (TURP) o di adenomectomia prostatica transvescicale (ATV).
- Sequela di prostatectomie radicali o di cistectomie con neovescica intestinale.
Sclerosi del collo vescicale secondaria a resezione prostatica transuretrale (TURP) o adenomectomia prostatica transvescicale (ATV)
Va detto che tale sclerosi ha un’incidenza del 2-3% e sembrerebbe essere più frequente in caso di resezione di piccole prostate, con peso stimato inferiore a 10 grammi.
Anche in questi casi, per la diagnosi è importante eseguire una Rx-cistografia, ed il trattamento consiste in incisioni tramite fibra laser del collo vescicale in modo analogo a quanto si pratica per la malattia del collo vescicale propriamente detta.
Sclerosi del collo secondarie a chirurgia demolitiva pelvica (prostatectomia radicale per tumore alla prostata e cistectomia radicale per tumore della vescica)
Tali forme di sclerosi insorgono abbastanza precocemente dopo l’intervento, ma soprattutto nei casi di neovescica intestinale, possono essere diagnosticate tardivamente, in quanto il paziente non presenta sensibilità a livello della neovescica e quindi può non avvertire il problema fin quando non riesce più ad urinare. La sclerosi del neocollo secondaria alla prostatectomia radicale si verifica nel 10-15% dei casi e complica con analoga frequenza la cistectomia con neovescica intestinale.
Anche in questi casi per la diagnosi è fondamentale eseguire una RX-cistografia, notando come l’aspetto radiologico della sclerosi del neocollo sia sostanzialmente sovrapponibile a quello delle malattia del collo propriamente detta.
Per quanto concerne il trattamento si possono effettuare dilatazioni ripetute del neocollo con palloncino oppure incisioni nei punti stenotici a lama fredda oppure con il laser.
Una valida alternativi agli interventi di incisione è il Device Mininvasivo chiamato Itind che permette un miglioramento dei parametri di flusso Urinario preservando l’eiaculazione senza effetti secondari sulla sfera sessuale(Itind ed Ipertrofia Prostatica Benigna).
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