Cistite interstiziale
La cistite interstiziale è una sindrome idiopatica e cronica caratterizzata da dolore pelvico e/o vescicale accompagnato da pollachiuria (la paziente urina fino a 16 volte al giorno), stranguria (bruciore alla minzione), e minzione imperiosa, ed associato ad una capacità vescicale notevolmente ridotta; la maggior parte delle volte in mancanza dei segni “patognomonici” (presenza di masts cells alla biopsia vescicale ed emorragia petecchiale dopo cisto-distensione), rappresenta una diagnosi di esclusione.
La malattia colpisce prevalentemente le donne con percentuali dallo 0,05 allo 0,5 % della popolazione sana, età compresa tra i 42 ed i 52 anni.
Il 50% circa delle pazienti non riesce a svolgere un lavoro a tempo pieno proprio per la gravità dei sintomi, il 60% delle pazienti presenta inoltre dolore durante i rapporti sessuali tale da arrivare all’astinenza sessuale.
Eziopatogenesi
Sono state proposte numerose teorie eziopatogenetiche:
- patogenesi infiammatoria di tipo neurogeno (presenza di mast cells a livello delle teminazioni nervose del suburotelio vescicale)
- alterazioni della permeabilità di membrana a livello dell’epitelio vescicale
- autoimmunità e stress
La cistite interstiziale si presenta in due forme: “ulcerativa” con ulcere di Hunner e “non ulcerativa” ancor meno responsiva al trattamento medico.
Diagnosi
Dal punto di vista diagnostico è necessario effettuare, innanzitutto, una corretta anamnesi; successivamente si procederà all’urinocoltura, alla citologia urinaria ed alla cistoscopia in anestesia con idrodistensione e biopsie multiple per evidenziare le “ulcere di Hunner” o glomerulazioni, presenti in circa il 90% dei casi.
Terapia e Cura
Non è presente allo stato attuale una terapia specifica e definitiva, la cisto-distensione idraulica in anestesia generale è in genere il primo atto terapeutico: tale manovra ha lo scopo di danneggiare le fibre nervose afferenti della sottomucosa vescicale determinando così una riduzione del dolore.
È possibile anche la somministrazione di farmaci per via intravescicale, come ad esempio il dimetilsulfossido (DSMO 50 ml di una soluzione al 50% per 5-10 minuti con frequenza settimanale per 4-6 mesi), l’acido ialuronico (40 mg/settimana diluito in 50 ml di soluzione fisiologica per 4 settimane e poi mensilmente per 3-6 mesi), l’eparina (25000 U due volte a settimana per tre mesi), ultimamente risultati incoraggianti sono stati ottenuti con l’utilizzo del BCG, farmaco immunostimolante utilizzato normalmente nella cura dei tumori vescicali.
Nei casi più gravi, refrattari a tutti i tipi di trattamento famacologico, si può arrivare ad interventi chirurgici come la cistoplastica di ampliamento o la derivazione urinaria.
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