Ginecomastia
Si definisce ginecomastia una crescita abnorme della ghiandola mammaria, asimmetrica e spesso dolente alla palpazione.
Eziopatogenesi
Nel soggetto giovane, la ginecomastia può dipendere dallo sviluppo di particolari sottotipi di tumori testicolari come: il corioncarcinoma testicolare, i tumori a cellule del Sertoli ed i tumori a cellule di Leydig; è presente in una percentuale variabile dal 30 al 50 % dei casi ed è legata ad interazioni ormonali tra testosterone estradiolo, prolattina, ed hCG.
Sempre nel soggetto giovane tale segno può suggerire la Sindrome di Klinefelter.
Nel soggetto più in là con l’età, la ginecomastia è spesso un segno della cosiddetta andropausa e cioè quella sindrome causata dall’eccessivo calo del testosterone nell’anziano.
Può verificarsi anche nei soggetti anziani affetti da tumore della prostata ed in terapia con estrogeni.
Classificazione
La ginecomastia può essere:
– ghiandolare, secondaria cioè ad ipertrofia della ghiandola mammaria;
– grassa, adipomastia o cioè pseudo-ginecomastia, nella quale l’aumento del tessuto adiposo è in relazione con l’obesità;
– mista, dove la componente ghiandolare è associata alla presenza di tessuto adiposo in eccesso.
Diagnosi
L’ecografia mammaria rileva la crescita ghiandolare e fa fare la diagnosi differenziale con l’adipomastia (aumento del solo grasso), massa più molle e non dolente alla palpazione. Il paziente viene inoltre dettagliatamente studiato con relative misurazioni della mammella, con lo scopo di quantificare le percentuali di ghiandole e/o grasso in eccesso e la loro localizzazione.
Trattamento Ginecomastia
E’ spesso una condizione reversibile con trattamento a base di testosterone in genere sotto formulazione di gel, applicato sui muscoli delle spalle o sui glutei con rapido assorbimento in circolo.
Terapia chirurgica
A seconda del tipo di ginecomastia, è indicata una particolare tecnica chirurgica: in tutti i casi, la liposuzione del tessuto adiposo serve per rimodellare ed aspirare la copertura cutanea pettorale. L’intervento viene effettuato in anestesia loco-regionale. Nel caso di ginecomastia mista può essere necessario asportare parte del tessuto ghiandolare, praticando un’incisione di circa 2 cm. in regione sottoareolare (al di sotto del capezzolo).L’intervento dura in media circa 1 ora, sono necessari uno o due giorni di degenza, e in molti casi la dimissione del paziente può già avvenire nella prima giornata successiva all’intervento.
Pagine correlate
- Andropausa
- Azoospermia e Recupero Spermatozoi
- Disfunzione erettiva
- Eiaculazione precoce e disordini eiaculatori
- Fimosi e frenulo breve
- Ginecomastia
- Glande piccolo
- Idrocele
- Incurvamenti penieni acquisiti - Malattia di La Peyronie
- Incurvamenti penieni - Corporoplastica peniena "geometrica"
- Incurvamenti penieni congeniti - Corporoplastica a lembi sovrapposti
- Infertilità maschile: iter diagnostico
- Malattie sessualmente trasmesse
- Pene piccolo - ampliamento ed allungamento/laser falloplastica
- PMA: Procreazione Medicalmente Assistita
- Sterilizzazione maschile o Vasectomia
- Tumori del pene
- Tumori del testicolo
- Varicocele ed Infertilità maschile