Cos’è la terapia ormonale
Iniziare una terapia ormonale consiste nell’immettere nella circolazione sanguigna gli ormoni, ossia delle sostanze che, viaggiando attraverso il corpo, verranno riconosciute e catturate da molecole, chiamate recettori, situate nei vari organi e tessuti. Una volta che il recettore avrà legato l’ormone, il messaggio che l’ormone trasportava verrà consegnato alla cellula bersaglio che darà inizio ad una particolare attività funzionale.
Il trattamento può essere iniziato soltanto dopo aver intrapreso un percorso psicologico e deve essere prescritta e seguita da un endocrinologo esperto in tale ambito.
Affinché la terapia ormonale sia efficace e determini il benessere psicofisico desiderato dal paziente è fondamentale che quest’ultimo sia sostenuto durante il processo di elaborazione e cambiamento, in quanto le modificazioni somatiche derivanti dalla terapia ormonale e il nuovo stile di vita potrebbero comportare notevoli disagi inizialmente, pertanto è necessario un adeguato sostegno di tipo psicologico.
Obiettivi della terapia ormonale
Gli obiettivi che si vogliono raggiungere con l’avvio di una terapia ormonale consistono essenzialmente in:
- involuzione di funzioni e strutture del sesso biologico di appartenenza;
- evoluzione di funzioni e strutture coerenti con l’identità psichica.
Pertanto nel caso di un adeguamento dal soggetto Femmina al soggetto Maschio il risultato desiderato di una terapia ormonale consiste in una:
- riduzione delle caratteristiche somatiche del sesso femminile;
- induzione delle caratteristiche somatiche del sesso maschile.
Mentre nel caso di un adeguamento dal soggetto Maschio al soggetto Femmina il risultato desiderato consiste nella:
- riduzione delle caratteristiche somatiche del sesso maschile;
- induzione delle caratteristiche somatiche del sesso femminile.
Nell’adeguamento Femmina-Maschio (FtM) entrambi gli obiettivi possono essere ottenuti con l’uso del solo ormone mascolinizzante (testosterone), mentre nell’adeguamento Maschio-Femmina (MtF) è quasi sempre necessario unire agli estrogeni femminilizzanti un farmaco antiandrogeno insieme ad un derivato progestinico.
Modalità di trattamento
Il tempo necessario per iniziare a vedere i primi cambiamenti e quindi vedere modificati gli aspetti somatici del proprio organismo variano da soggetto a soggetto e in relazione a:
- farmaci somministrati;
- quadro psicosomatico individuale: caratteristiche funzionali e strutturali del soggetto;
- modalità di somministrazione dei farmaci, dosi e durata del trattamento.
Rischi della terapia ormonale
Gli effetti collaterali legati a una terapia ormonale possono essere legati sia ad aspetti psicologici che fisici e possono essere poco rilevanti o mettere in pericolo la vita stessa del paziente. In particolare, fra i principali rischi legati all’assunzione di androgeni, può verificarsi:
- ipertensione arteriosa ed incremento del rischio cardiovascolare: la somministrazione di androgeni determina una riduzione del colesterolo HDL ed incremento del colesterolo LDL (dislipidemia). Si può assistere ad un aumento della pressione arteriosa dovuto all’incremento di peso. Tutti questi fattori – obesità, ipertensione arteriosa e dislipidemia – rappresentano importanti fattori di rischio per la malattia cardiovascolare;
- Insufficienza epatica: può verificarsi una riduzione delle funzioni del fegato che possono manifestarsi con alterazioni della digestione, bocca amara, etc.
- uretriti emorragiche.
Al fine di minimizzare i possibili effetti collaterali derivanti dalla somministrazione degli ormoni è importante che la terapia sia eseguita correttamente seguendo dosaggi fisiologici e controlli serrati e periodici. Pertanto è fondamentale evitare auto-somministrazione ed essere seguiti da un endocrinologo specializzato in questi trattamenti, al fine di evitare gravi conseguenze.
FtM – Effetti e limiti del testosterone
Nell’adeguamento Femmina-Maschio (FtM) le modifiche dei tratti somatici possono essere ottenute con l’uso del solo ormone mascolinizzante (testosterone), che influisce sull’organismo nel seguente modo.
- Corpo: il testosterone determina una diminuzione e redistribuzione del grasso di tipo maschile, comportando un incremento di volume e muscolatura con conseguente aumento di peso.
- Pelle: la pelle diventa seborroica e acneica per l’azione degli androgeni che stimolano le ghiandole sebacee.
- Peli: il testosterone fa aumentare i peli sulla superficie corporea e determina lacomparsa della peluria e della barba. Il tempo e i risultati del trattamento variano in funzione delle caratteristiche dei bulbi peliferi già geneticamente presenti sull’organismo.
- Voce: il testosterone comporta un ispessimento delle corde vocali e quindi una tonalità della voce più bassa e rauca dai connotati maschili.
- Mammelle: in alcuni casi si verifica una riduzione del volume complessivo della mammella in quanto il testosterone riduce la massa adiposa.
- Genitali: il testosterone comporta la scomparsa del ciclo mestruale e l’aumento del clitoride.
Altri effetti collaterali
L’uso del testosterone può comportare:
- aumento di peso. È pertanto fondamentale seguire una dieta e praticare attività fisica;
- perdita dei capelli. Può essere utile utilizzare prodotti specifici anticaduta per prevenire l’eventuale diradamento e caduta di capelli;
- emozioni e attività sessuale. Si può verificare un aumento del desiderio sessuale e dell’aggressività che possono essere elaborati all’interno del percorso psicoterapeutico, per consentire alla persona una miglior conoscenza di sé e la possibilità di sperimentare diverse e più ampie modalità di gestione del proprio vissuto emotivo.
MtF – Effetti e limiti degli estrogeni e degli antiandrogeni
Nell’adeguamento Maschio-Femmina (MtF) le modifiche dei tratti somatici possono essere ottenute unendo agli estrogeni femminilizzanti un farmaco antiandrogeno associato ad un derivato progestinico. Gli effetti che si determinano sono:
- Corpo: il trattamento produce una ridistribuzione del grasso e soprattutto un incremento su cosce, natiche e mammelle. Il tessuto muscolare tende a ridursi di volume e di tono.
- Voce: sulla voce il trattamento non determina modificazioni significative.
- Peli: gli estrogeni e gli antiandrogeni determinano un rallentamento della crescita dei peli e della barba. Tuttavia né gli uni né l’altra sono completamente eliminati, pertanto è necessario ricorrere alle più recenti tecniche di rimozione dei peli mediante l’utilizzo del “laser”.
- Mammelle: il trattamento conduce ad uno sviluppo altamente individualizzato delle mammelle. È consigliabile effettuare annualmente ecografie mammarie di controllo, soprattutto in individui che abbiano effettuato interventi di mammoplastica additiva con protesi.
- Genitali: il trattamento determina una diminuzione della frequenza dell’erezione spontanea, della sua durata e alla scomparsa graduale dell’eiaculazione. Può anche verificarsi una riduzione di volume e di consistenza di scroto e pene.
Altri effetti collaterali
L’utilizzo degli estrogeni e degli antiandrogeni influenzano anche le funzioni cognitive ed emotive della persona. In particolare durante il trattamento può verificarsi una riduzione della libido sessuale e un aumento dell’aggressività. Inoltre gli ulteriori effetti collaterali legali alla somministrazione di queste sostanze possono comportare:
- una sindrome depressiva;
- un aumento della prolattina con la rarissima possibilità di insorgenza di un eventuale adenoma ipofisario prolattino-secernente;
- ipertensione arteriosa, incremento della transaminasi con possibile danno epatico;
- perdita della capacità riproduttiva per danno irreversibile sui tubuli seminiferi testicolari, sede dove avviene la maturazione degli spermatozoi.
L’associazione agli estrogeni di un derivato del progesterone per 10 giorni al mese “riproduce” la secrezione ormonale dell’ovaio in età fertile e riduce, in modo significativo, l’incidenza degli effetti collaterali degli estrogeni.
Questo articolo è a cura del Dott. Patrizio Vicini, Specialista in Andrologia e Urologia.