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Patrizio Vicini
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Sei in: Patrizio Vicini / Divulgazione

Masterclass Chirurgia Andrologica

Divulgazione

Masterclass Chirurgia Andrologica

Masterclass Chirurgia Genitale Maschile e Femminile Roma
18-11-2023

Interventi eseguiti:
– Corporoplastica di raddrizzamento con accesso basopenieno per recurvatum penieno congenito ed acquisito secondario a Malattia di La Peyronie
– Varicocele sinistro con tecnica microchirurgica
– Circoncisone con stappler monouso
– Sling suburetrale per Incontinenza urinaria femminile
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20 Novembre 2023/da Patrizio Vicini

Collaborazione Internazionale con gli USA Incurvamenti Congeniti del pene.

Divulgazione, News
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7 Novembre 2023/da Patrizio Vicini

Masterclass Chirurgia Andrologica Roma

Divulgazione, Docenze e Training

profvicini_urologia_andrologia 21-10-2023

V Incontro Masterclass Chirurgia Andrologica e Ricostruttiva Genitale Roma.

Interventi eseguiti:
1) Corporoplastica con accesso basopenieno per
recurvatum penieno congenito
2) Revisione estetica circoncisione
3) Corporoplastica di raddrizzamento con accesso
subcoronale a lembi sovrapposti con misurazione di
tipo geometrico per pene curvo acquisito
Equipe Medica: P. Vicini, P. Letizia

Un ringraziamento ai Relatori per le bellissime relazioni
Dott.Lorenzetti (Addominoplastica e lifting pube nel
micropene), Dott. Ferro ( Chirrugia andrologica
pediatrica), Dott. Vallati (Materiali embolizzanti nella
terapia Varicocele) Dott.ssa Ortensi (Biopsia
Testicolare e Crioconservazione), Dott.ssa Pisano
(Ipogonadismo)

Dott. Prof. Patrizio Vicini
Email:info@patriziovicini.it
Website:www.patriziovicini.it

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3 Novembre 2023/da Patrizio Vicini

Deficit erettile: Il Ruolo dell’ Andrologo

Divulgazione

DE : ruolo dell’ Andrologo

P.Vicini

Dipartimento di Urologia

Università “ La Sapienza” Roma

 

L’erezione peniena è determinata da un complesso  di eventi che coinvolgono la coscienza  , il sistema nervoso autonomo centrale e periferico, nonché meccanismi ormonali e vascolari.

Tuttavia ricerche sull’anatomia , la fisiologia e la biochimica della funzione erettile hanno reso possibile  definire specifici disordini organici che possono dare origine  all’impotenza.

La molteplicità di tali fattori rende ragione della classificazione adottata dalla Consensus Conference  sulla Disfunzione Erettile (Trieste 1999), basata sull’ eziopatogenesi , che  superando la classica distinzione della DE in psicogena ,organica e mista ,classifica  la stessa   per sottogruppi ,in base alle noxae patogene che  la  determinano ,in:

Funzionale di natura neurovegetativa quando non è possibile dimostrare né una causa organica né psicologica.

Psicogena  quando fattori psicologici hanno un ruolo chiaro e determinante nella sua insorgenza.

Anatomica che riconosce come cause quelle condizioni anatomiche peniene ,sia congenite che acquisite che  non consentono la penetrazione.

Neurologica secondaria a lesioni neurologiche centrali o periferiche

Iatrogena da cause farmacologiche (ansiolitici,antidepressivi ,ed antipertensivi) e post-chirurgiche(interventi demolitivi pelvici ed addomino perineali)

Arteriogenica che può essere prossimale a livello aorto-iliaco oppure distale a livello delle arterie pudende e cavernose

Venogenica suddivisa in quattro sottogruppi :

-fibrosi a livello lacunare del tessuto cavernoso

-degenerazione della muscolatura liscia da fenomeni ischemici

-alterazioni endoteliali da ischemie croniche  da diabete

-diminuizione della comunicazione intercellulare da riduzione delle Gap-Junctions

Disendocrina distinta in  gonadica ed extagonadica

Secondaria a patologie organiche generali quali diabete mellito ,insufficienza epatica e renale , ipertensione arteriosa.

Causata da sostanze tossiche quali droghe, nicotina ed abuso di alcool.

 

L’urologo si trova spesso a dover gestire spesso una DE anatomica che riconosce  come cause  principali incurvamenti peniena,  esiti di IPP, fibrosi massiva da traumi oppure  iatrogena  secondaria ad interventi demolitivi pelvici ( prostatectomia radicale ) ed infine alterazioni delle funzioni sessuali associate all’ ipertrofia prostatica benigna e/o al suo trattamento.

 

DE ed IPB

 

Intorno alla quinta decade di vita nel maschio si verificano una serie di modificazioni fisiologiche,ormonali, anatomiche e vascolari ( riduzione della funzione ormonale testicolare  con calo del testosterone e lieve aumento degli estrogeni circolanti ; riduzione progressiva dell’elasticità dell’albuginea ,arteriosclerosi a carico delle arterie cavernose ), le quali ,associate  ai disturbi ostruttivi-irritativi dovuti all’IPB,possono determinare una riduzione della frequenza dell’attività sessuale o l’insorgenza di disturbi della stessa ( 1, 2, 3,).

E’ importante  cercare di definire  la correlazione tra  IPB , Disfunzione Erettile   e le conseguenze iatrogene del trattamento per IPB.

Le tecniche chirurgiche , endoscopiche e a cielo aperto , con le quali si asporta l’adenoma della prostata dovrebbero essere di per sè  prive di complicazioni inerenti la sfera sessuale , se si eccettua l’eiaculazione retrograda.Tuttavia secondo i vari autori l’incidenza post-operatoria di deficit erettile varia da 5 al 34 %(4, 5,).

Inoltre secondo alcuni di essi è il tipo di tecnica chirurgica utilizzata per l’asportazione dell’adenoma che  può condizionare l’incidenza del deficit erettile (6,7).

Finkley et al.  hanno evidenziato come l’adenomectomia prostatica perineale è solitamente associata ad una quota di deficit erettile che varia dal 29 al 34% , quella per via transvescicale o retropubica determina tale problema nel 14-25%, mentre nella TURP l’incidenza va dal 5 al 33%.

Da un’analisi critica dei lavori , emerge come siano a maggior rischio di tale turbe   i pazienti sottoposti ad interventi di adenomectomia prostatica transvescicale .Non è da trascurare il dato che i pazienti sottoposti ad intervento a cielo aperto sono mediamente più anziani di quelli sottoposti a TURP.

Da tutto ciò appare evidente l’importanza dell’età nell’insorgenza dei disturbi della sfera sessuale dopo chirurgia prostatica come già dimostrato da Finkle e Moyers la cui casistica  dimostrava che i soggetti di età >65 anni presentavano una possibilità di ripresa dell’attività sessuale postoperatoria del 58% rispetto ai pazienti di 60 anni il cui recupero aumentava fino all’89%.

In conclusione , come riportato da molti studi a riguardo , la chirurgia dell’ IPB sia essa endoscopica  che a “cielo aperto”,può essere responsabile della comparsa di disturbi della sfera sessuale .Tuttavia le cause di tali disturbi non sono ancora ben chiarite .Per spiegare la DE dopo chirurgia per IPB sono state avanzate varie ipotesi , tra le quali le più accreditate sono il danno iatrogeno neuronale ( termico-meccanico) ,la componente psicologica  e l’inattività sessuale.

A tale riguardo , un ruolo importante nella comparsa dei disturbi della sfera sessuale , nel caso in cui non vi sia un danno organico accertato , potrebbe essere attribuito all’eiaculazione retrograda .Infatti la sua presenza nella quasi totalità dei pazienti è in grado di creare delle dinamiche psicologiche capaci di causare turbe dell’orgasmo , della libido e forse anche dell’erezione.

La terapia farmacologia dell’IPB utilizza in particolare due tipi di approccio:la soppressione androgenica o dei recettori alfa adrenergici .La soppressione androgenica è associata ad un’alta incidenza di disturbi erettili e alterazioni dell’eiaculazione ,non  soltanto  con  l’uso di farmaci quali gli antiandrogeni, ma anche con la finasteride ( inibitori della 5 alfa redattasi) .In modelli animali , l’attività e l’espressione  della ossido nitrico sintetasi (NOS) è regolata dagli androgeni ed in particolare dal DHT.Questa  associazione potrebbe spiegare perché la soppressione del DHT può causare una disfunzione erettile .Viceversa gli  antagonisti dei recettori alfa adrenergici riducendo il tono della muscolatura liscia e della capsula prostatica

possono facilitare l’erezione.Tuttavia l’uso degli stessi farmaci è frequentemente associato ad alterazioni dell’eiaculazione.

Recentemente è stata posta maggiore attenzione sulla qualità di vita dei pazienti con Sintomi del Tratto Urinario Inferiore (LUTS). In tale valutazione può trovare un posto l’analisi delle relazioni fra l’età , LUTS, disfunzione erettile.

La formulazione dei questionari che puntualizzino anche l’aspetto sessuale di questi pazienti può avere la sua importanza nella valutazione complessiva dell’impatto della patologia prostatica sulla vita sociale del paziente.

In un precedente studio,stratificando i pazienti con LUTS in classi con un IPSS< 14 e IPSS> 14 , i pazienti con  sintomatologia più grave  ( IPSS > 14) presentavano

un ‘incidenza di disfunzione erettile significativamente più elevata.Nell’analisi multivariata, aggiungendo la variabile età , l’associazione fra IPSS e disfunzione erettile  manteneva un valore significativo indipendentemente dall’aumentare dell’età.In maniera diversa conclude un lavoro di De Rose et al che evidenzia come che l’associazione  fra IPB e le alterazioni delle funzioni sessuali risulta più evidente dopo i 67 anni di età.

Alla luce di quanto detto è possibile affermare che diverse variabili quali l’età , l’atteggiamento psicologico del paziente , il suo interesse per l’attività sessuale, giocano un ruolo di primaria importanza nel determinare la DE nei pazienti affetti da IPB.

 

DE e Carcinoma prostatico

 

Il carcinoma della prostata è la neoplasia maligna più frequente nell’uomo adulto.

La sua incidenza è in aumento , anche perché , rispetto al passato, è possibile diagnosticare la malattia sempre più precocemente. (8)

Nelle forme clinicamente localizzate e in pazienti con aspettativa di vita superiore ai dieci anni , la prostatectomia radicale ( Radical Prostatectomy, RP ) rappresenta l’intervento d’elezione.

Prima della descrizione della prostatectomia radicale nerve sparing, erano pochi i pazienti che mantenevano una normale potenza sessuale postoperatoria .Walsh e Donker  descrissero l’anatomia del plesso pelvico e dei nervi cavernosi nel 1982 e, da quell’epoca, la tecnica della prostatectomia radicale è attuata con l’intento di  preservare il fascio vascolo nervoso ,  bilateralmente o da un solo lato , consentendo così di mantenere la potenza sessuale in pazienti selezionati (9) .

Qualora si preservino entrambi i fasci vascolo nervosi, si può avere una potenza sessuale nel 76% dei casi ad 1 anno dall’intervento , mentre , qualora ne sia stato conservato uno solo , questa quota è del 56% .Negli uomini di età inferiore ai 50 anni, il  mantenimento della potenza sessuale è simile , sia che si risparmino entrambi o uno solo dei fasci.(10).

Quinlan et all. hanno dimostrato che la potenza postoperatoria è correlata a vari fattori.Un ‘età superiore ai 70 anni è un indice prognostico sfavorevole al ripristino di una normale potenza sessuale .Anche se il risparmio era stato bilaterale , solo il 22% dei pazienti di età superiore ai 70 anni aveva mantenuto la potenza sessuale.

Per  di più , i danni dei vasi accessori derivanti dalle arterie otturatorie e vescicali  in corso di prostatectomia radicale possono contribuire a determinare un insufficienza arteriosa(10).

La prevenzione della DE conseguente a RP deve essere attuata il più precocemente possibile.Infatti diversi lavori hanno dimostrato  che la somministrazione precoce di Alprostadil si accompagna ad erezioni sufficienti per la penetrazione in una percentuale di pazienti  (67% ) significativamente più elevata  ( p<0,01) rispetto a quella osservata nei controlli non trattati (20%) ( 11).

La probabilità di successo sarà maggiore se si avrà cura di selezionare accuratamente i pazienti e di valutare preoperatoriamente (IIEF) la funzione erettile.

 

 

DE e Patologia Uretrale

 

Altre procedure che possono in qualche caso causare DE sono l’uretroplastica e

l’uretrotomia.Nella prima può presentarsi un danno nervoso a livello dell’uretra membranosa , mentre nella seconda si è ipotizzato che ripetute cicatrici ed interventi portino alla formazione di canali venosi anomali che provocano una fuga venosa.

Anche gli interventi chirurgici per la malattia di La Peyronie possono portare a DE. Le tecniche che utilizzano gli innesti sembrano provocare DE con probabilità maggiore rispetto a quelle che utilizzano una tecnica di plicatura.

 

 

Bibliografia

1.Randone Fet al : Problemi andrologici nell’ipertofia prostatica benigna.Arch. Ital. Urol.Androl.1993, 65(5) : 511-5

2.Schou J et al : Sexual function in pazienta with symtomatic benign prostatic hyperplasia . Scan. J. Urol. Nephrol.1996,40,119-122

3.Lotti T et al : Benign prostatic hyperplasia   and sexuality : J. D’Urologie 1995,101,1:13-15

4.Bolt. LW et al.: Sexual dysfunction  after prostatectomy. British Journal of Urol

1986 :58:319-332

5.Libman E : Prostatectomy and sexual function.Urology 1987 5 : 467-478

6.Bieri S et al :Capsular perforation localizzation and adenoma size as prognostic indicators of ertile dysfunction  after trans uretral prostatectomy. Scand J. Urol. Nephrol.1997 :31 ,545 –8

7.Breda G et all: Studio prospettico sulla funzione sessuale dopo resezione endoscopica della prostata .Acta Urologica Ital.1993, suppl 2 193-4

  1. Landis SH , Cancer J Clin, 1998

9.Walsh  PC et al : Impotence following radical prostatectomy : insight into etilogy and prevention . J Urol 128 : 492 , 1982.

  1. Quinlan DM et al .Sexual function following radical mprostatectomy , influence of preservation of neurovascular bundles. J Urol 145 :998,1991
  2. Montorsi F, J Urol, 1997

 

29 Ottobre 2023/da Patrizio Vicini

Disfunzione Erettiva Post Operatorio.

Divulgazione

Disfunzione Erettile  :  Post-operatorio

P.Vicini

 

Dipartimento di Urologia “ U. Bracci”

Università “La  Sapienza” Roma

In base alla classificazione della Disfunzione Erettile ( D.E.) basata  sui momenti etiopatogenetici è possibile definire  una DE iatrogena  post-chirurgica dovuta ad interventi demolitivi pelvici e addomino-perineali che possono alterare il complesso il meccanismo neurovascolare alla base del meccanismo erettivo.

 

Interventi per Ipertrofia Prostatica Benigna

 

La Disfunzione Erettile ( D.E.) legata ad interventi per Ipertrofia Prostatica Benigna ha un’incidenza variabile legata all’età del paziente  , alla funzione sessuale

pre-operatoria  ed al tipo di intervento chirurgico, anche se la reale incidenza globale ha dati ampiamente contrastanti in letteratura che variano dallo 0% al 40 %. più esattamente D.E. 29-34% in caso di Adenomectomia prostatica perineale , D.E 14-25 % in caso di Adenomectomia prostatica retropubica , D.E. 4% in caso di Resezione prostatica trans-uretrale ( TURP).

I meccanismi patogenetici alla base della DE variano a seconda del tipo di intervento chirurgico. Nella Adenomectomia prostatica perineale si può avere una lesione a livello dei fasci

vascolo-nervosi penieni  a livello dell’apice prostatico , in caso di Adenomectomia prostatica retropubica

La lesione può avvenire a livello della capsula prostatica dove decorrono ugualmente  i fasci vascolo-nervosi penieni  , in caso di Resezione prostatica trans-uretrale ( TURP) si può avere un danno a livello dei nervi cavernosi alle ore 5 ed alle ore 7 connessi alla capsula prostatica.

 

Interventi per carcinoma  prostatico

 

Da quando Walsh e Donker nel 1982 hanno descritto per la prima volta  l’anatomia  dei nervi cavernosi e del plesso pelvico, la tecnica chirurgica dell’intervento di  prostatovesciculectomia radicale  è stata modificata per permettere la preservazione dei fasci pascolo-nervosi penieni sia bilateralmente che monolateralmente.

Per l’utilizzo di tale tecnica ci devono essere delle precise indicazioni quali potenza sessuale preoperatoria conservata e presenza di carcinoma prostatico localmente confinato.

L’incidenza di D.E. dopo l’intervento di prostatectomia radicale con tecnica “ nerve sparing “ ( n.s.) variano anche in questo caso a seconda della funzione sessuale preoperatoria e dell’età del paziente . In caso di tecnica chirurgica n. s. bilaterale l’incidenza della D.E. ad un anno  è del 24%, in caso di tecnica n.s. monolaterale l’incidenza della D.E. può arrivare al 44%.

Secondo una delle ipotesi patogenetiche più accreditate , il primum movens della D.E. è l’ipossia , generatasi  a livello del tessuto cavernoso in seguito ad un ridotto apporto di sangue arterioso. Il successivo aumento di TGFb è responsabile a sua volta , del danno tissutale specifico, che si estrinseca attraverso una riduzione delle fibrocellule muscolari liscie ed un aumento della fibrosi a livello dei corpi cavernosi.

La D.E. sarebbe la diretta conseguenza di questa “disfunzione veno-occlusiva” così instauratasi.

E’ stato ipotizzato anche il possibile ruolo dell’arteria pudenda accessoria nella fisiopatologia della D.E., tale arteria  può originare o dall’arteria vescicale inferiore o dall’arteria otturatoria , quindi di carattere incostante e di  difficile preservazione. L’integrità di tale arteria determina una percentuale più bassa di D.E post intervento ed una percentuale più alta di pazienti con erezioni spontanee.

 

Interventi per carcinoma  vescicale

 

Anche nella cistoprostatovesciculectomia con diversione urinaria può essere applicata con successo  la tecnica utilizzata per la preservazione del fascio neurovascolare in corso di prostatectomia radicale con percentuali di D.E. intorno al 30% .

E’ eseguibile anche una tecnica per la preservazione della funzione sessuale dopo intervento di uretrectomia , con la liberazione dell’uretra membranosa e depiazzamento dei nervi cavernosi .

 

Uretrotomia endoscopica

 

Esiste una percentuale molto bassa di D.E  legata all’intervento di uretrotomia endoscopica dovuta alla creazione di shunts venosi tra corpo spongioso uretrale e corpi cavernosi penieni con una sorte di disfunzione del meccanismo veno-occlusivo.

 

Chirurgia colon-rettale

 

L’incidenza di D.E. nelle resezioni addomino perineali per carcinoma del retto varia dal 53 al 100% con una media del 76%;  tale incidenza  è più alta in caso di resezione addomino perineali anteriore bassa rispetto alla  resezione addomino perineali anteriore alta che ha un’incidenza più bassa di D.E.

L’etiopatogenesi della D.E. in corso di chirurgia colon-rettale  è legata alla lesione del fascio nervoso penieno che decorre lungo il retto in sede posterolaterale alla ghiandola prostatica.

 

Chirurgia vascolare

 

La ricostruzione aorto-femorale  con innesto sintetico può alterare la potenza sessuale, con un’incidenza di D.E. variabile tra il 20 ed il 40%.

Un ‘accurata dissezione aortica nerve sparing  ed il tentativo di ripristino del flusso ematico pelvico potrebbero ridurre tale complicanza.

 

 

Abstract

 

Penile erection is neurovascular event modulated by neurotransmitters and hormonal status.

Erectile dysfunction is a recognized complication of prostate and bladder radical surgery.

Quality of life of bladder and prostate cancer patients would be much improved if potency is preserved.

Criteria that influence recovery of erections after surgery include younger patient age,  stronger erections  before  surgery, preservation or not of the neurovascular bundles.

An increased expression of TGFb1 in penile tissue which promotes synthesis of collagen may be one of the importants factors for the erectile  dysfunction.

Recovery of erections occurs in 68% of preoperatively potent men treated with bilateral nerve-sparing surgery and in 47% of those treated with unilateral nerve-sparing surgery.

Erectile dysfunction can occurs even   after rectal cancer surgery ((13%)and abdominal aort surgey.

28 Ottobre 2023/da Patrizio Vicini

Classificazione dei disturbi della Minzione

Divulgazione

Classificazione dei disturbi della minzione

 

  • Poliuria: aumento della quantità di urine emesse nelle 24 ore.
  • Oliguria: diminuzione della quantità di urine emesse (meno di 500 ml nelle 24 ore).
  • Anuria: mancata produzione di urina da parte dei reni. (meno di 50-100 ml di urine ogni 24 ore).
  • Pollachiuria diurna o notturna: aumento della frequenza delle minzioni.
  • Disuria: difficoltà nell’eliminazione delle urine.
  • Stranguria: minzione dolorosa.
  • Nicturia: minzione notturna.
  • Urgenza minzionale: stimolo impellente a mingere.
  • Pneumaturia: presenza di gas nelle urine.
  • Ematuria: presenza di sangue nelle urine. In base alla quantità di sangue presente si divide in micro- (obiettivabile con il solo esame urine) e macroematuria.
  • Emospermia: presenza di sangue nel liquido seminale.
  • Incontinenza urinaria: perdita involontaria di urine.
  • Incontinenza da stress: perdita intermittente di urina dovuta a tensione improvvisa.
  • Enuresi: incontinenza urinaria che si verifica durante il sonno.
25 Ottobre 2023/da Patrizio Vicini

Malattie Sessualmente Trasmesse

Divulgazione

MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE

 

Le malattie sessualmente  trasmesse (MST) rappresentano in tutto il mondo un’importante causa di morbilità. Dopo un periodo di remissione legato all’avvento degli antibiotici a partire dagli anni ’70, in relazione a nuovi comportamenti sessuali e all’uso di  contraccettivi   non protettivi si è registrata una recrudescenza di queste infezioni  Alle classiche malattie, sifilide, gonorrea, ulcera molle, linfogranuloma venereo e granuloma inguinale, se ne sono aggiunte altre, alcune in continuo incremento nei paesi industrializzati (Tab.1°a-b-c). Patogeni un tempo poco conosciuti come C.trachomatis, micoplasmi genitali ed altri ancora si sono imposti all’attenzione di ginecologi ed andrologi, non solo in quanto responsabili di patologia talora grave ed invalidante ma anche per le complicanze, a volte irreversibili,  che coinvolgono prevalentemente la sfera sessuale e riproduttiva.    La presenza di infezioni del tratto genito urinario in maschi infertili conferma la correlazione esistente tra fertilità e patologia flogistica genitale ( 1). Questa spesso riveste  ruolo primario a volte è concausa di altre patologie riducendosi così drasticamente la possibilità che si instauri una eventuale gravidanza.      Le flogosi delle vie genitali  costituiscono quindi una delle cause più frequenti di riduzione della capacità riproduttiva del maschio, soprattutto in quelle forme definite “silenti” da un punto di vista clinico.Inoltre per l’assenza di segni clinici soggettivi, l’intervallo tra il contagio sessuale e la comparsa di infertilità è spesso di molti anni  Le infezioni del tratto genitale maschile costituiscono pertanto un problema complesso che  riguarda gli aspetti eziologici, l’azione dei microrganismi nei confronti dell’ospite nonchè  la sua risposta, la diagnostica, la terapia e gli esiti a  distanza.

Il problema dell’eziopatogenesi delle infezioni dell’apparato genitale maschile merita una  particolare attenzione poichè per trattare questo tipo di infezioni è necessario giungere ad una precisa diagnosi eziologica. Tale affermazione può apparire superflua se non si tiene presente che in questo tipo di infezioni intervengono numerosi agenti causali e come nella grande maggioranza dei casi  le così dette flogosi abatteriche non si riferiscono all’agente eziologico ma riflettono più semplicemente una difficoltà tecnica di definizione eziologica , quale il caso di C. trachomatis che nel maschio al di sotto dei 40 anni di età risulta responsabile del 30-60% delle uretriti non gonococciche  e di circa il 50% delle epididimiti.(2)

E’ da tener presente inoltre come la presenza nell’uomo di una infezione a trasmissione sessuale possa determinare nella donna una flogosi pelvica con conseguente compromissione della fertilità. L’infertilità è infatti un problema di coppia e pertanto la valutazione delle potenziali cause deve prendere in considerazione entrambi i partners incapaci di riprodurre nei quali risulta quindi imperativa la ricerca  di agenti infettivi.

La fertilità maschile è legata oltre che alla normale attività del testicolo anche a quella delle strutture deputate alla formazione del liquido seminale ed al trasporto all’esterno dell’eiaculato.   Le flogosi dell’apparato genitale maschile possono interessare tutte le strutture , in forma isolata

( orchiti, epididimiti, vescicoliti, prostatiti, uretriti, ecc.) o in forma variamente associata ( forme miste).

Inoltre un’infezione del tratto genitale può provocare sterilità sia per azione diretta sugli spermatozoi  a seguito di liberazione di sostanze spermiotossiche o in conseguenza di adesività microbica, fenomeni che determinano una riduzione della motilità dei nemaspermi, come anche indirettamente con un meccanismo che può agire a vari livelli:

  • anatomico: la morfologia delle vie seminali è tale che in seguito alla flogosi può esitare una ostruzione ( epididimiti, deferentiti, prostatovescicoliti)  o  un danno istologico  irreversibile testicolare o epididimario.
  • immunitario: la flogosi può innescare un meccanismo immunitario per riassorbimento di materiale antigenico. autogeno o per una cross reazione tra antigeni batterici ed antigeni nemaspermici .Nel 30% dei soggetti  infertili affetti da infezioni genitali si riscontra presenza di anticorpi antispermatozoo e la presenza di Ig A nel  liquido seminale sembra avere un ruolo più importante di quello delle Ig G (3)
  • funzionale: la presenza di una infezione della prostata o/e delle vescicole seminali interferisce nella biochimica del plasma seminale determinando diminuzione della sua densità per ridotta secrezione prostatica e conseguenti diminuzione dell’acido citrico, del fruttosio  dello zinco,  del magnesio,  della fosfatasi acida  e aumento del pH a seconda dei vari livelli interessati; tuttavia  valori normali non escludono l’esistenza di un processo infettivo

Le modificazioni dello spermiogramma più frequentemente riscontrabili  in corso di infezioni genitali  sono: oligozoospermia  fino alla azoospermia, motilità attiva rapidamente decrescente , alterazione della viscosità,che risulta aumentata, e della fluidificazione che è irregolare o ritardata. E’ possibile inoltre osservare zone di spermioagglutinazione e di cellule spermatofagiche ed un aumento percentuale di forme immature e di alterazioni morfologiche

Va tenuta  poi presente la possibilità che l’infertilità  sia legata ad una azione diretta sul testicolo dovuta ad un processo flogistico interstiziale con una reazione immunitaria locale

La classica suddivisione delle infezioni in forme acute, subacute o croniche non sempre rispecchia la realtà clinica: infatti spesso i sintomi, soprattutto nelle forme croniche risultano assenti, pur in presenza di infezione in un tratto del distretto genitale.

La sintomatologia soggettiva varia in relazione ai distretti interessati e a volte ai sintomi tipici dell’infezione si associano disturbi della sfera sessuale quali eiaculazione precoce o dolorosa e modificazioni della libido.

Qualora si sospetti, per la presenza di una infezione pregressa, per la sintomatologia in atto, o per le caratteristiche del liquido seminale, una infezione delle vie escretrici seminali o delle ghiandole annesse è necessario dimostrare la natura dell’agente eziologico responsabile ricercandolo nei diversi secreti biologici ( liquido seminale, secreto uretrale, urine). In caso di negatività della ricerca, l’infezione non può essere esclusa o per la difficoltà di evidenziare l’agente responsabile o perchè si tratta di una infezione interstiziale.

Importante è un’accurata anamnesi che indaghi sull’attività o sui comportamenti sessuali, sulla presenza o meno di una secrezione uretrale. L’esame obiettivo dei genitali esterni può escludere concomitanti patologie organiche quali fimosi, balanopostiti, stenosi del meato esterno, oppure un ipogonadismo, criptorchidismo, varicocele.

In caso di prostatite l’esplorazione rettale farà apprezzare una prostata dolente con superficie irregolare o lievemente granulomatosa e di consistenza aumentata (consistenza pastosa).

In questi casi indagini associate  quali ecografia prostatica transrettale e delle vescicole seminali o radiologiche ( VDG mono o bilaterale)  e la biochimica del liquido seminale  possono consentire una corretta diagnosi.

Uretriti

Le uretriti vengono abitualmente classificate in uretriti gonococciche ( UG) di chiara sintomatologia  ed uretriti non gonococciche (UNG) attualmente  più diffuse e di plurima  eziologia. Esse interessano generalmente il tratto anteriore dell’uretra e sono caratterizzate da lieve sintomatologia soggettiva rappresentata principalmente da bruciore, prurito e  secrezione scarsa

L’uretra pur rappresentando la prima localizzazione delle infezioni genitali  raramente ha un riflesso sulla fertilità. La sua importanza in questo tipo di patologia è dovuta alla diffusione dell’infezione negli altri distretti del tratto genitale. Tuttavia una flogosi a livello dell’uretra prostatica, in corrispondenza dei dotti eiaculatori, può essere causa di aspermia.

Epididimiti

Fino a poco tempo fa la causa più frequente delle epididimiti era l’infezione tubercolare e la gonorrea. Attualmente le forme più diffuse sono quelle aspecifiche dovute ai germi   abitualmente presenti  nelle basse vie urinarie  e ad agenti patogeni trasmessi sessualmente. Il 40-50% delle epididimiti nei soggetti tra i 20 ed i 40 anni di età è dovuto a Chlamydia trachomatis e nel 15-20% a Neisseria gonorrhoea(e2-4) .Nei soggetti sopra i 40 anni sono di più frequente riscontro i batteri delle infezioni prostato- vescicolari con prevalenza di E. coli

L’infezione può arrivare dall’uretra per via endocanalicolare, per via linfatica perideferenziale o ematica da un focolaio settico a distanza.

Nelle forme acute il dolore intenso, irradiato all’inguine e all’ipogastrio si associa a tumefazione del’emiscroto corrispondente  e a comparsa di febbre elevata. Il danno istopatologico si concretizza in una occlusione del tubulo epididimario  e in una  fibrosi che conduce ad un aumento di volume e di consistenza dell’epididimo interessato.

L’infertilità è l’esito di forme bilaterali o di situazioni in cui il testicolo controlaterale è assente o danneggiato.

Prostatiti

Le prostatiti sono tra i quadri clinici più frequenti nell’ambito delle flogosi genitali. Queste flogosi costituiscono un grosso problema sia per il possibile danno della funzione riproduttiva sia per i problemi diagnostici che comportano. Infatti spesso solo una attenta ed accurata raccolta di dati anamnestici può mettere in evidenza una pregressa sintomatologia riferibile ad una prostatite sottovalutata o addirittura misconosciuta.

Il senso di peso perineale, la prostatorrea o il fastidio all’eiaculazione, la minzione imperiosa, questi alcuni dei sintomi che i pazienti con una prostatite lamentano ma che non sempre riferiscono o che spesso dimenticano.

Le prostatiti batteriche determinano dei danni ormai ben documentati sia sugli spermatozoi che nel secreto prostatico: Le tipiche alterazioni del plasma seminale che si riscontrano nelle forme croniche e che rispecchiano la globale compromissione funzionale della ghiandola  sono la conseguenza  di attività microbica

Tra i vari problemi che pongono le prostatiti indubbiamente quello diagnostico è uno dei più rilevanti: le cosidette prostatiti “ abatteriche” , forse le più frequenti tra le sindromi infettive a carico della prostata, altro non indicano che una difficoltà tecnica di caratterizzazione.Infatti pur in presenza di cellule infiammatorie nel secreto prostatico, la coltura di questo non evidenzia alcun patogeno.

 

Principali Agenti Patogeni

Tra i diversi agenti microbici, eziologicamente coinvolti in uretriti e  malattie ad esse  correlate ( epididimiti, vescicoliti e prostatiti) saranno presi in considerazione quelli responsabili di infezioni che coinvolgono la funzione riproduttiva

Il ruolo svolto da alcuni di questi agenti infettivi appare a volte alquanto sfumato, potendo essi essere riscontrati in pazienti asintomatici e nell’apparato genitale di soggetti normali  Inoltre nello stesso paziente possono frequentemente riscontrarsi situazioni di coinfezione o di superinfezione che modificano il quadro clinico con effetti sinergici o di interferenza che possono estrinsecarsi in infezioni croniche, difficilmente diagnosticabili con le procedure analitiche routinariamente impiegate in laboratorio.

Abbiamo condotto una ricerca su 274 affetti da uretrite cronica non gonococcica ,tale patologia riconosce spesso una eziologia multipla e non sempre è possibile eseguire una diagnosi eziologia.

I risultati globali indicano che la diagnosi eziologia è stata raggiunta nell’83% della popolazione oggetto dello studio:il 47% di queste infezioni erano da attribuirsi ad un singolo agente infettivo ,il 23% a due microrganismi , il 13% a tre o più agenti microbici. Nel 17% dei casi non è stato evidenziato l’agente responsabile della patologia.

Abbiamo ricercato nei campioni di secreto uretrale i virus dell’herpes simplex(5) e del papilloma mediante PCR.

I risultati ottenuti mostrano una % di positività del 6% circa per  l’herpes simplex e una positività del 31% per i papilloma virus 6,11,16,18,31 e 33.

In alcuni soggetti era presente il menoma di entrambi i virus herpes e papilloma, inoltre la tipizzazione successiva anche in questo caso ci ha permesso di individuare pazienti con papillomavirus ad alto rischio di  oncogenicità.

L’alta prevalenza del DNA del papilloma virus nei campioni uretrali dimostra,come anche nelle uretriti,siano diffuse le infezioni subcliniche,poiché in nessuno dei pazienti era stata rilevata all’esame clinico la presenza di verruche o conditomi acuminati , riferibili a lesioni da papillomavirus.Inoltre con la  tipizzazione dei genotipi ,emerge come sia di primaria importanza effettuare una diagnosi  eziologia con una metodica affidabile e sensibile come quella dell’amplificazione genica che permetta di intervanire sulla storia naturale di un’infezione da papillomavirus del tratto urogenitale , alla luce soprattutto di recenti ricerche che hanno attribuito un ruolo per questi virus nell’evoluzione dei tumori dell’uretra , della vescica e del rene , soprattutto negli ospiti immunocompromessi.

 

 

 

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Nell’ambito della coppia con problemi di infertilità primaria o secondaria, il fattore maschile è responsabile  della metà dei casi e in gran parte di questi un ruolo importante  è sostenuto dalle infezioni genitali .Queste  spesso interessano l’intero apparato ed in questa situazione  la dizione: uretro-prostato-vesciculite anzichè   uretrite o prostatite è senz’altro più precisa.  Il   coinvolgimento  dell’intero apparato e la difficoltà di eradicare l’infezione spiega  la frequenza con cui si riscontrano alterazioni del liquido seminale.  La cronicizzazione dell’evento infettivo e l’incidenza di recidive sono poi spesso dovute alla  mancata definizione eziologica ed   alla  difficoltà di ottenere efficaci concentrazioni tissutali di farmaco,soprattutto a livello della prostata e dell’ epididimo

Qualora si sospetti  una infezione delle vie genitali  è necessario seguire un  iter diagnostico articolato  – clinico strumentale e di laboratorio- al fine di  attuare un trattamento terapeutico mirato  alla eradicazione dell’infezione ed alla prevenzione delle complicanze. Non deve inoltre sembrare superflua la raccomandazione di estendere le indagini diagnostiche al o ai partners del paziente, in quanto un efficace controllo delle MST non  può prescindere dall’identificazione di tutti i soggetti infetti, compresi i cosiddetti portatori sani che rappresentano proprio i principali serbatoi di infezione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tab.1aPrincipali agenti eziologici delle infezioni dell’apparato genitale maschile

Batteri

Chlamydia Tracomatis

Mycoplasmi

Protozoi

Virus

 

 

Tab.1bPrincipali virus a trasmissione sessuale

Papillomavirus

Virus dell’herpes simplex tipo1,2

Citomegalovirus

HBV,HCV,HDV

HIV-1,2

HTLV-1,2

Virus del mollusco contagioso

Herpes virus umano 8

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tab.1cPrincipali manifestazioni cliniche da HPV nel tratto

Genitale  e  genotipi  di  HPV  prevalentemente associati

Manifestazioni cliniche Tipi di HPV associati
Infezioni subclinica

Conditomi esofitici(in qualsiasi sede)

Conditomi piani(spec. Cervice uterina)

Verruche papulari e papulosi bowenoide

Condiloma gigante(tumore di Bushke-Lowenstein)

Carcinoma  cervicale

 

 

 

 

 

 

 

Carcinoma vulvare

Carcinoma del pene

Lesione da tipi genitali della cavità orale

Tutti i tipi genitali di HPV

HPV-6,11

HPV-6,11,16,18,31e altri

HPV-16

 

HPV-6,11

 

Associazione significativa:

HPV-16,18,31,45

 

Associazione moderata:

HPV-33,35,39,51,52,56,58,59,68,w13b.Pap238a,IS39.

 

Associazione debole o assenta:

HPV-6,11,26,42,43,44,53,55,62,66,Pap155,Pqap291

HPV-16

HPV-16

HPV-6,11,16

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

  1. Mosher WD, Pratt VF: Fecundity and infertility in the United States 1965-1988.Advanced Data from Vital and Health Statistics,Hyattsville:National Center for Health Statistics,1990

2..Mardh P-A,Paavonen J,Puolakkainen M:Genital and associated infections in the male. In Chlamydia. Mardh P-A,Pavoonen J, Puolakkainen M (Eds)  Plenum Medical Boock Company,137-151,1989

3.Meinertz H, Linnet L,Fogh-Anderson P,Hjort T:Antisperm antibodies and fertility after vasovasostomia: a follow up study of 216 men .Fertl. Steril 54,315-21,1990

4 .Handsfield HH: Neisseria Gonorrhoeae .in Principles and Practice of Infectious Diseases.Mandel GL,Douglas RG,Bennet JE (Eds) Chuchill Livingstone 1990. 1613-31

  1. Hirsch MS: Herpes simplex virus . in Principles and Practice of Infectious Diseases.Mandel GL,Douglas RG,Bennet JE (Eds) Chuchill Livingstone 1990 ,1144-53
1 Settembre 2023/da Patrizio Vicini

Farmaci e disfunzione sessuale

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Farmaci e disfunzione sessuale

P.Vicini

 

I complessi meccanismi fisiologici che si configurano nell’epifenomeno erezione ,sono sotto il controllo di sostanze endogene di varia natura e possono subire modificazioni ad opera di sostanze introdotte dall’esterno a scopo terapeutico,nonché ad opera di fattori chimici ambientali inquinanti.

L’erezione comporta l’integrazione fra sistema nervoso centrale , periferico e sistema vascolare penieno; a tutti e tre i livelli sono presenti neuromediatori in grado di “trasferire il messaggio” determinando una specifica reazione.

Negli ultimi anni , il panorama dei farmaci per il deficit eruttivo si è arricchito di molecole innovative per il loro meccanismo d’azione. Alcuni di questi farmaci sono ormai entrati nella pratica clinica,così come, per la prima volta, sono disponibili farmaci orali efficaci per il trattamento di molti uomini affetti da DE.

L’utilizzo di farmaci per via intracavernosa ,endouretrale o per uso topico da inizio ad una erezione tramite un’azione diretta sulla muscolatura liscia del pene.I farmaci orali , tuttavia,possono indurre una risposta erettile attraverso numerosi meccanismi.Per esempio, un farmaco come l’apomorfina agisce all’interno del sistema nervoso centrale ,stimolando i centri cerebrali che danno inizio all’erezione.Il trazadone , che agisce anch’esso all’interno del sistema nervoso centrale ,probabilmente non stimola direttamente l’erezione, ma agisce facilitando la risposta nervosa ad uno stimolo erettile.Perifericamente , un agente come il sildenafil , anche se non da avvio ad un’erezione , facilita ed aumenta la risposta  della muscolatura liscia ad ogni stimolo sessuale.Sulla base di questi criteri  è stata proposta e adottata una classificazione  basata sulla sede e sul meccanismo d’azione di questi farmaci:

  1. attivatore centrale – un farmaco che agisce all’interno del sistema nervoso centrale per dare inizio ad un’erezione(apomorfina);
  2. modulatore centrale – un farmaco che agisce all’interno del sistema nervoso centrale per facilitare la risposta ad uno stimolo sessuale(trazodone)
  3. attivatore periferico – un farmaco che agisce all’interno dei corpi cavernosi penieni per dare inizio all’erezione(PGE1 intracavernosa)
  4. modulatore periferico – un farmaco che agisce perifericamente per facilitare la risposta ad uno stimolo sessuale(sildenafil)

A breve ,altri farmaci saranno disponibili per il trattamento orale della DE:  ci riferiamo al tadalafil ed al vardenafil , molecole che, pur avendo in comune il meccanismo d’azione con il sildenafil –infatti inibiscono la fosfodiesterasi 5(5PDE)a livello penieno- sono più selettive; ciò influenzerà il tempo di risposta e l’efficacia migliorandoli e diminuirà gli effetti collaterali negativi.

I medicamenti ad azione stimolante e quindi,appositamente studiati in tal senso, hanno avuto sempre grande diffusione e risonanza presso la classe medica e , attraverso i mezzi di comunicazione di massa, anche presso la popolazione di pazienti e non.Invece le classi di medicamenti che contrastano o comunque interagiscono negativamente sull’attività sessuale maschile(non solo come capacità erettiva determinando o una semplice riduzione della frequenza di rapporti sessuali o vari gradi di DE,ma anche diminuzione della libido,assenza di orgasmo , disturbi eiaculatori)sono per alcune categorie di farmaci poco conosciuti,forse meno studiati e di sicuro non sufficientemente evidenziati circa questo loro possibile collaterale ,che , talora,anche da parte del paziente non viene riferito o viene accettato come inevitabile a causa della propria patologia di base  o per altri fattori concomitanti(età , qualità della partner,disaffezione,impegni di lavoro).

Esiste poi una difficoltà effettiva nella raccolta dei dati poichè  la maggior parte dei questionari utilizzati  può far conoscere l’interesse ed il grado di soddisfazione sessuale(per esempio per i farmaci antidepressivi), ma non l’attività sessuale in se.

Quantificare l’incidenza nella disfunzione erettiva dei vari farmaci come posologia , durata della terapia,in rapporto all’età ed allo stadio della malattia non è per il momento possibile sulla base dei dati riscontrabili in letteratura.

Si può,però, affermare che la categoria dei farmaci che interagiscono con l’attività sessuale in modo significativo  è quella che richiede un’assunzione cronica e questo effetto”collaterale” riscontrabile in circa il 25%dei casi come DE è correlato a diversi altri fattori quali la patologia di base e la sua evoluzione,l’età(oltre i 75 anni l’incidenza è maggiore) ,l’assunzione di più farmaci,la condizione erettiva di base. A seconda poi della patologia e della categoria di farmaci può determinarsi una DE reversibile o non reversibile.

Al momento attuale il problema”farmaci e disfunzione sessuale”in senso lato è ancora in gran parte sul tappeto,frammentato ,incompleto,misconosciuto, non affrontato,ma solo affiorante e che trova in letteratura un primo tentativo di indagine o meglio ancora una proposta di sensibilizzazione non solo per chi è parte attiva nelle problematiche relative alla DE, ma anche per la medicina di base che nel caso specifico delle interferenze terapeutiche ha un ruolo di particolare importanza nella prevenzione della DE  con la modulazione farmacologica, con la segnalazione precoce allo specialista o agli specialisti che possono concorrere al trattamento ,e nel trattamento della DE stessa con risvolti che vanno dall’accettazione di talune terapie alla salvaguardia di danni psicologici e di disaggregazioni socio-familiari.

Le categorie individuate di farmaci che possono favorire  una DE sono numerose e riunibili per praticità,almeno in 11 categorie:

-Antiipertensivi

-Diuretici

-Cardiaci

-Ad attività antiandrogena

-Psicofarmaci

-Gastroenterologici

-Anticolinergici

-Ipolipemizzanti

-Miorilassanti

-Antiinfiammatori non steroidei

-Droghe(tabacco,alcool,cocaina,oppiacei, etc.)

Non dobbiamo dimenticare anche alcuni antibiotici.Le modalità fisiopatologiche che portano alla DE si articolano lungo alcuni percorsi riassumibili in

1) azione sul sistema endocrino

2) danni diretti sull’organo

3) danni vascolari

4) interferenza con neurotrasmettitori

5) azione sulla mediazione biochimica del fenomeno erettivo

Fino ad oggi tutti gli autori che si sono posti il problema , hanno riportato e riscontrato i valori più disparati  , con percentuali che oscillano dal 3-4%del fenofibrato(antidislipemico)al 25% degli antiipertensivi con oscillazioni, comunque,fra il 7% ed il 90% per gli inibitori della MAO, triciclici ed inibitori selettivi della ricaptazione  della serotonina e per i farmaci ad attività antiandrogena  con percentuali più elevate a seconda della formulazione ,della dose, della durata,nella risposta sintomatologia.

Ad ogni modo , in tutti i percorsi terapeutici, per avere una valutazione  vicina all’effettiva interazione con i farmaci assunti per la  terapia di base , bisogna poter riscontrare se la DE è insorta in corso di cura (intraterapeutica), se era precedente(preterapeutica)e in quale entità,se si è mantenuta tale o ha avuto una evoluzione in senso peggiorativo , non solo , ma se la DE preterapia era stata trattato oppure no,ovverosia se risultava misconosciuta e non diagnosticata in maniera circostanziata.

Comunque sia,nel caso di DE intraterapeutica,sia nel caso di DE preterapeutica una precisazione diagnostica della casua effettiva e delle cause aggravanti può portare ad una terapia “concordata” per attenuare l’handicap sull’attività sessuale ed inevitabilmente stimolare e rigenerare la capacità erettiva residua.

Quanto ,poi, una disfunzione sessuale femminile(F.S.D.) slatentizzi,anticipi,accentui una DE da farmaci (anche occulta)

È materia ancora ignorata , ma di grande interesse per l’andrologo che deve saper individuare ,valutare correggere-ove possibile-nell’opera di convergenza terapeutica , le polarità disfunzionali maschile e femminile.Ma questo è un capitolo appena agli inizi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

15 Agosto 2023/da Patrizio Vicini

Utilizzo protesi peniena idraulica AMS CX

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UTILIZZO PROTESI PENIENA IDRAULICA AMS CX CON MOMENTARY SQUEEZE IN UN PAZIENTE AFFETTO DA MALATTIA DI LA PEYRONIE DOPO ESPIANTO DI DUE PREGRESSI IMPIANTI PROTESICI

 P.Vicini *,

 

 

INTRODUZIONE

Lo scopo del lavoro è presentare l’utilizzo della protesi peniena idraulica AMS CX con Momentary Squeeze in un caso complesso dopo espianto di due pregressi impianti.

MATERIALI E METODI

Un  primo pregresso impianto per via infrapubica di protesi peniena idraulica tricomponente per Induratio Penis Plastica con incurvamento penieno dorsale di 70 gradi e disfunzione vasculogenica , dopo sei mesi successivo espianto protesi tricomponte con incisione legamento pubo-penieno e reimpianto protesi soffici per via infrapubica con corporoplastica di raddrizzamento sec. Yachia per incurvamento dorsale di 70 gradi ed insoddisfazione sessuale all’attivazione delle protesi idraulica con orchialgia destra.

Il paziente giunge alla nostra osservazione dopo un anno dal secondo intervento  per presenza di recurvatum penieno dorsale di circa 70 gradi,asimmetria dei cilindri protesici e destrotazione peniena lungo l’asse penieno,non completa rigidità peniena,con glande curvo verso il basso in fase erettiva.

L’accesso chirurgico da noi effettuato è stato molteplice: mediante incisione subcoronale e degloving penieno, si effettua apertura longitudinale parauretrale bilaterale della fascia di Buck ed isolamento notevolmente difficoltoso ma ”completo” del fascio vascolo-nervoso per fino ad ottenere un buon raddrizzamento penieno, mediante incisione peno-scrotale trasversale si effettua corporotomia bilaterale con “minima” dilatazione dei corpi cavernosi; espianto bilaterale protesi peniena soffice; impianto bilaterale di due cilindri espansibili protesici; fissaggio del tip crurale dei cilindri protesici a livello del corpo cavernoso bilateralmente, posizionamento del serbatoio a livello dello spazio paravescicale e della pompa a livello dello scroto; si effettuano successivamente plicature sec. Yachia subglandulari fino ad ottenere il completo raddrizzamento del glande; medicazione contenitiva semi-compressiva con protesi gonfia al 70%.

CONCLUSIONI

L’impianto della protesi peniena idraulica tricomponente associata ad un “completo” isolamento del fascio vascolo-nervoso, con due minime corporoplastiche di raddrizzamento ventrali subglandulari sec. Yachia,ha permesso un’ ottima rigidità peniena ed un perfetto  raddrizzamento penieno; il fissaggio dei due tip crurali all’albuginea dei due corpi cavernosi ha consentito un perfetto allineamento dei cilindri  lungo l’asse longitudinale penieno ed una simmetrizzazione protesica.

24 Giugno 2023/da Patrizio Vicini

PROTESI PENIENA IDRAULICA PER VIA INFRAPUBICA MINI-INVASIVA

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PROTESI PENIENA IDRAULICA PER VIA INFRAPUBICA  MINI-INVASIVA SEC. PAUL E. PERITO

La tecnica descritta prevede i seguenti passaggi operatori: induzione di erezione artificiale (per valutare eventuali recurvatum), incisione infrapubica di circa 3 cm, posizionamento di due punti di repere su ogni corpo cavernoso lateralmente al fascio vascolo-nervoso, corporotomia minima usando una lama da 12 curva, misurazione e dilatazione minima sia prossimale che distale con Furlow, creazione dello spazio per il reservoir posteriormente alla fascia trasversalis attraverso l’utilizzo di speculum nasale da 80 mm, posizionamento dei due cilindri protesici, successiva connessione con il reservoir e verifica funzionale e del risultato estetico ottenuto, creazione di tasca sottodartoica scrotale attraverso l’utilizzo di speculum nasale da 80 mm, trazione finale sull’estremità distale dei cilindri protesici per un corretto alloggiamento  dell’ impianto, chiusura delle due  corporotomie, posizionamento di drenaggio nello scroto attraverso speculum nasale da 80 mm, chiusura della parete a strati, medicazione contenitiva semicompressiva.

23 Maggio 2023/da Patrizio Vicini
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