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Patrizio Vicini
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Xiapex Collagenasi Malattia La Peyronie

Divulgazione
Xiapex prezzo - Xiapex controindicazioni

Xiapex Collagenasi Malattia di La Peyronie

Infiltrazione del farmaco Xiapex in sede di placca patologica in regime ambulatoriale

Il trattamento a base di Collagenasi di Clostridium Histolyticum è un’alternativa non chirurgica nella cura della malattia di La Peyronie o Induratio Penis Plastica ed è indicato Xiapex è indicato nel trattamento di uomini adulti affetti da malattia di Peyronie con placca palpabile e curvatura di almeno 30 gradi all’inizio della terapia

Il paziente è stato informato che Xiapex deve essere somministrato da un medico adeguatamente addestrato alla corretta somministrazione del medicinale e che abbia esperienza nella diagnosi e nel trattamento delle malattie urologiche maschili.

Il paziente è stato informato che la dose raccomandata di Xiapex è di 0,58 mg per iniezione, somministrata in una placca di Peyronie; che un trattamento completo consiste fino ad  un massimo di 4 cicli; che ogni ciclo di trattamento è costituito da una o due iniezioni di Xiapex e da una procedura di modellamento del pene; che la seconda iniezione di Xiapex potrebbe essere effettuata da 1 a 3 giorni dopo la prima; che la procedura di modellamento del pene deve essere eseguita da 1 a 3 giorni dopo la seconda iniezione di ogni ciclo di trattamento e che l’intervallo tra i cicli di trattamento è di circa sei settimane.

Il paziente ha inoltre ricevuto informazioni in merito al processo di modellamento del pene successivo all’infiltrazione del farmaco, ossia che alla visita medica di follow up, da effettuarsi da 1 a 3 giorni dopo la prima e/o dopo la seconda iniezione di ogni ciclo di trattamento, il medico deve effettuare una procedura di modellamento sul pene flaccido per stirare e allungare la placca trattata e rotta da Xiapex .

Il paziente è stato informato che la potenziale  rottura del corpo cavernoso è stata segnalata come reazione avversa grave dopo l’iniezione di Xiapex. Tale evento si è manifestato  in 5 pazienti su 1.044 (0,5%) negli studi clinici controllati e non controllati condotti nella malattia di Peyronie, mentre in altri pazienti trattati con Xiapex (9 su 1.044; 0,9%) è stata osservata una combinazione di ecchimosi o ematoma penieno, improvvisa detumescenza del pene e/o un rumore o una sensazione di “scoppio” nel pene e, in questi casi, la diagnosi di rottura del corpo cavernoso non può essere esclusa.

Il paziente è stato informato che anche un ematoma penieno severo è stato segnalato come reazione avversa, negli studi clinici controllati e non controllati condotti nella malattia di Peyronie tale evento si è manifestato  in 39 pazienti su 1.044 (3,7%).

Sono stati spiegati i benefici, in particolare in termini di bassa invasività, ma come nel caso della terapia chirurgica, non possono essere escluse le manifestazioni di recidiva della malattia o nuova presentazione della malattia.

Il paziente è stato informato che, poiché tutti i farmaci comportano un rischio potenziale di reazione allergica che, se non trattata prontamente, potrebbe mettere a repentaglio la vita del paziente,  dovrà essere tenuto sotto osservazione per 30 minuti dopo l’iniezione di Xiapex prima che possa lasciare l’ospedale, in modo da controllare l’eventuale comparsa di segni o sintomi di una reazione allergica grave, per es. arrossamento o eruzione cutanea diffusi, gonfiore, sensazione di costrizione alla gola o difficoltà respiratoria.

Il paziente è stato informato a  consultare immediatamente un medico qualora si presenti uno qualsiasi dei sintomi descritti nel paragrafo precedente, nelle ore successive all’iniezione di Xiapex.

Il paziente è stato informato che gli effetti della Collagenasi di Clostridium Histolyticum sullo sperma non sono noti, e che poiché non sono note l’efficacia e la sicurezza di Xiapex nei pazienti che assumono medicinali anticoagulanti, ad eccezione di acido acetilsalicilico fino a 150 mg/die, il paziente è stato informato che non è raccomandato l’uso di Xiapex nel paziente che assuma anticoagulanti (ad eccezione di acido acetilsalicilico fino a 150 mg/die) entro 7 giorni dalla somministrazione di Xiapex.

Il paziente è stato informato che , come con tutti i prodotti medicinali a base di proteine non umane, potrebbero svilupparsi anticorpi alla proteina terapeutica e che non è stata osservata alcuna correlazione evidente tra la frequenza di comparsa anticorpi, il titolo anticorpale o le proprietà neutralizzanti rispetto alla risposta clinica o alle reazioni avverse.

Inoltre, poiché gli enzimi di Xiapex presentano un’omologia di sequenza con le metalloproteinasi di matrice (MMP) umane, gli anticorpi antifarmaco potrebbero teoricamente interferire con le MMP umane. Non è stato osservato alcun problema di sicurezza correlato all’inibizione delle MMP endogene, in particolare nessun evento avverso che indicasse lo sviluppo o l’esacerbazione di malattie autoimmuni o l’insorgenza di sindrome muscoloscheletrica. Benché in base ai dati di sicurezza attualmente disponibili non vi siano evidenze cliniche dello sviluppo di sindrome muscoloscheletrica in seguito a somministrazione di Xiapex, tale evento non può essere escluso.

Il paziente è stato altresì informato che non è noto quale sia l’impatto del trattamento con Xiapex su un eventuale intervento chirurgico successivo.

Il paziente è stato informato della necessità di astenersi da rapporti sessuali per almeno le 2/3 settimane successive all’iniezione del farmaco nella placca, per ogni ciclo di trattamento.

Ho letto e compreso le informazioni contenute in questo documento di consenso informato. Ho avuto la possibilità di rivolgere domande, alle quali è stato risposto in maniera per me soddisfacente ed accetto di essere sottoposto all’infiltrazione di collagenasi Xiapex. Autorizzo inoltre la raccolta, il trattamento, la presentazione e il trasferimento delle mie informazioni anagrafiche e mediche, per gli scopi di ricerca sanitaria e/o medica.

Il Paziente accetta inoltre che vengano effettuate riprese e fotografie per fini scientifici.

Il Paziente è consapevole che attenersi al programma post-trattamento di medicazioni, controlli, raccomandazioni ed esercizi di modellamento da svolgere a casa  in autonomia, costituisce parte integrante e irrinunciabile dell’intervento stesso, il cui esito finale è strettamente legato alla sua meticolosa osservazione.

 

 

 

27 Luglio 2024/da Patrizio Vicini

Terapie mininvasive Adenoma Prostatico

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TG5 Salute – Luciano Onder
Terapie Miinvasive nel Trattamento dell’ Adenoma Prostatico
Intervista ad Dott. Prof. Patrizio Vicini
Urologo Andrologo Roma
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24 Giugno 2024/da Patrizio Vicini

Imenectomia – Imenotomia

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Imene Imperforato

La scelta del trattamento si basa sull’imenectomia (incisione a croce o escissione dell’imene) [8]. Possono essere eseguiti interventi chirurgici per la conservazione dell’imene, come la semplice incisione verticale e l’imenotomia anulare un’opzione per i pazienti che desiderano la verginità [9,10]. I trattamenti alternativi includono il laser ad anidride carbonica o inserimento di un catetere di Foley [10,12]. Nel nostro studio, la maggior parte dei pazienti ha ricevuto terapia chirurgica (83,5%), la maggior parte dei quali è stata trattata con imenotomia (35,2%) o imenectomia (36,4%). La chirurgia è stata la principale opzione di trattamento singolo (68,2%); tuttavia, l’8,1% dei pazienti ha ricevuto due tipi di terapie, ad esempio, una combinazione di imenectomia e riparazione del setto vaginale (1,3%). Tre pazienti ne hanno ricevuti tre tipologie di terapie (1,3%). Nei casi con approccio conservativo non è stato osservato alcun miglioramento. Non è stata riscontrata alcuna differenza in termini di miglioramento dei risultati tra imenotomia e imenectomia e tra l’uso di gli antibiotici profilattici sono stati identificati solo in sei pazienti. Inoltre, complicazioni come la richiusura, l’adenosi vaginale o l’adesione vaginale sono state riscontrate solo nel 6,6% delle pazienti. Secondo i vari dati e in numerosi articoli precedenti, l’imenotomia può essere sufficiente per ridurre queste complicanze [9,18,21]. Pertanto, proponiamo che la diagnosi precoce, il rilevamento dell’Imene imperforato e la chirurgia minima dell’imene siano preservati di importanza. Sebbene l’Imene imperforato  sia una malattia congenita benigna, può causare endometriosi, subfertilità, infezione, o idronefrosi e insufficienza renale senza una corretta gestione. Tra i pazienti descritti nei case report, c’erano cinque pazienti con setto vaginale trasversale combinato con imene imperforato [22–26] e un paziente con setto uterocervicovaginale [27]. Inoltre, c’era un paziente neonato al momento della diagnosi con agenesia sacrale [3] non completamente separati da un imene imperforato. Tuttavia, nessun caso clinico descriveva diagnosi errate di altre malattie come un imene imperforato. Altre malattie ginecologiche, in particolare il setto vaginale e l’agenesia, richiedono cure molto più complesse e non devono essere confuse con l’Imene imperforato, che è abbastanza facile da Correggere e non associato a complicazioni così numerose o gravi come stenosi e infezioni ascendenti.

I medici dovrebbero sempre tenere presenti entrambe le possibilità che l’Imene imperforato potrebbe essere stato combinato con queste malattie e che altre malattie sono state erroneamente identificate come Imene imperforato. In conclusione, l’Imene imperforato è una malattia rara per la quale è facile perdere la diagnosi precoce. L’Imene imperforato può causare acuto ritenzione urinaria. Tuttavia, la diagnosi è facile e la prognosi postoperatoria è buona. Perciò i medici, in particolare gli urologi, i ginecologi o i pediatri, dovrebbero esaminare attentamente ogni donna paziente alla nascita. Anche quando il rilevamento viene ritardato fino all’adolescenza, l’Imene imperforato  dovrebbe essere presa in considerazione una possibilità nei pazienti che lamentano dolore addominale, lombalgia o ritenzione urinaria,J. Clin. Med. 2019, 8, 56 13 di 14 e valutato conducendo esami fisici tempestivi e appropriati dell’ingresso genitale. Inoltre, è importante diagnosticare accuratamente l’Imene imperforato evitando di diagnosticarlo erroneamente come setto vaginale o agenesia per prevenire gravi complicazioni derivanti da un trattamento sbagliato.

17 Giugno 2024/da Patrizio Vicini

Medicina Rigenerativa in Andrologia

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Medicina Rigenerativa in Andrologia
Intervista al Prof. Patrizio Vicini Urologo Andrologo Roma
TG4 Salute – Elisa Triani
#prp #cellulestaminali #deficiterettile
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13 Giugno 2024/da Patrizio Vicini

Labioplastica vaginale

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Il ringiovanimento della vagina attraverso il laser permette di migliorare il tono e l’elasticità vaginale, l’intervento si effettua in anestesia locale con sedazione o in anestesia generale.

La labioplastica di diminuzione cioè la riduzione simmetrica delle piccole labbra prevede l’eliminazione del tessuto in eccesso, e viene effettuata con l’ausilio del laser.

Una sutura riassorbibile conclude l’intervento chirurgico, al termine del quale non rimarranno cicatrici visibili, e che viene effettuato in anestesia locale, ambulatorialmente.

La labioplastica di aumento prevede l’incremento di volume delle grandi labbra attraverso il lipofilling, cioè il prelievo da altra sede di tessuto adiposo (addome o interno cosce), che viene prima sottoposto a specifico trattamento di purificazione secondo la tecnica di Coleman, e succcessivamente iniettato nelle grandi labbra, tale metodica si effettua in anestesia locale, ambulatorialmente; l’incremento volumetrico delle grandi labbra può altresì essere effettuato con acido ialuronico (Macrolane), filler iniettabile e riassorbibile, in modo efficace e naturale.

G spot amplification si esegue su clitoride e punto G.

4 Giugno 2024/da Patrizio Vicini

Imene Imperforato – Imenoplastica

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Imene Imperforato

L’Imene imperforato è una malattia rara che potrebbe non esserlo rilevato fino all’inizio delle mestruazioni, quando l’accumulo di sangue mestruale nell’utero e la vagina (chiamato ematocolpo) sviluppa sintomi derivanti dal suo effetto meccanico sulla vescica e uretra [18–20]. Se non trattata, questa condizione può anche causare sintomi urinari ostruttivi, costipazione o disuria [9]. Tuttavia,  può essere rilevato per la diagnosi nelle ragazze adolescenti con dolore addominale, anche prima del menarca.  Da dati pubblicati in letteratura, 26 (11,0%) pazienti erano neonati e 72 (30,5%) avevano meno di 12 anni. Ciò indica che tale patologia può essere facilmente diagnosticata ispezionando i genitali esterni. Se incertezze rimangono, l’ecografia o la risonanza magnetica possono aiutare a facilitare la diagnosi [1]. Tuttavia, i medici raramente effettuano esami fisici appropriati e raccolgono un’anamnesi ginecologica dettagliata a causa della bassa incidenza e dei sintomi aspecifici dell’Imene imperforato. Pertanto, la diagnosi di Imene imperforato viene persa o ritardato nella maggior parte dei casi [6].

28 Maggio 2024/da Patrizio Vicini

Imene Imperforato

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Imene Imperforato

L’imene è la giunzione del seno urogenitale con i bulbi sinovaginali. Nelle fasi embrionali, l’imene è perforato per creare una connessione tra il vestibolo e il canale vaginale. Se questo  fase fallisce, gli individui nascono con Imene Imperforato(HI) [15,16]. Si tratta di una malattia rossa, con un’incidenza stimata dello 0,05%–0,1%[17]. Generalmente, questa rara anomalia congenita viene diagnosticata durante l’adolescenza dopo  menarca, che si presenta con dolori addominali e amenorrea. L’IH non si presenta come un addominale massa durante il periodo perinatale[15], e la maggior parte dei pazienti con IH ar sono facilmente sintomatici e non diagnosticati fino al menarca. Vari studi hanno anche dimostrato che tra 253 pazienti inclusi negli articoli esaminati, 236 pazienti sono stati diagnosticati dopo la nascita e solo 17 (6,7%) sono stati diagnosticati durante il periodo prenataleJ. Clin. Med. 2019, 8, 56 12 di 14

periodo. Nei restanti pazienti la diagnosi precoce è stata persa. La maggior parte dei pazienti presentava problemi addominali dolore (54,2%) e molti pazienti presentavano ritenzione urinaria (20,3%), mestruazioni anormali (n = 33, 14%), disuria (9,7%) e frequenza urinaria (n = 12, 5,1%).

Il ritardo nella diagnosi è legato soprattutto al periodo asintomatico per lungo tempo è indolore durante l’accumulo del sangue mestruale.

27 Maggio 2024/da Patrizio Vicini

Essere transgender oggi. Caratteristiche e difficoltà.

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Nell’ambito del percorso di affermazione di genere l’ndividuo transgender può avere sentimenti di svalutazione e un profondo vissuto di non riconoscimento per quello che sente davvero di essere dovuto alle difficoltà che si trova ad attraversare e che nascono nelle sue relazioni sociali e familiari.

 

E’ sempre molto difficile rivelare ai propri genitori di essere transgender e, il più delle volte si viene definiti come omosessuali.

Spesso emergono nei familiari elementi gravi di rifiuto, negazione, vergogna, sensi di colpa. Questi sentimenti vengono espressi attraverso episodi di profonda rabbia e, perfino, allontanamento dalla famiglia.

 

Purtroppo quando un bambino non ha un adeguato supporto psichico dai genitori, ma anzi è già vittima di azioni di bullismo degli stessi familiari, è facile che possa essere nuovamente e ripetutamente vittima di violenze da parte dei pari, proprio perché, avendo già vissuto in famiglia il ruolo di vittima, diventa normale per lui, esserlo anche nella vita sociale. Ci si trova infatti, a vivere un profondo senso di solitudine, in una realtà che ancora oggi, ignora il mondo dei transgender.

 

Se si pensa quanto sia comune la richiesta di alcuni genitori, nel setting psicoterapico, di trasformare in eterosessuale il figlio che si è dichiarato omosessuale, ci si accorge di non essere affatto così lontani da quando, in passato, la famiglia chiedeva ai medici una terapia ormonale che tendesse a risolvere la situazione e a “normalizzare” il figlio transessuale.

 

Un’altra reazione comune è che la famiglia si chiuda in se stessa e protegga eccessivamente la persona transessuale dal mondo esterno impedendone la crescita e l’individuazione.

In entrambi i casi il  vissuto della persona è quello di non essere riconosciuta.

La famiglia, invece, rischia di non vivere in una condizione adeguata alla realtà, con tutte le conseguenze del caso.

 

Il supporto ai familiari, è indicato quando le condizioni permettono un intervento psicologico educativo, supportivo e di sostegno anche attraverso la psicoterapia di gruppo.

 

Se invece si ha una protezione adeguata da parte della famiglia di origine, le varie difficoltà relazionali e sociali possono ovviamente essere affrontate in maniera più naturale perché durante la sua evoluzione, l’individuo ha avuto la possibilità di sviluppare una capacità di coping che lo porta ad sostenere gli eventi della vita in modo consapevole e maturo.

 

A volte capita che  chi soffre per la sua identità, si sposi e crei una famiglia propria, prima di essere consapevole di ciò che gli sta accadendo davvero, comunicando solo successivamente ai propri familiari la sua condizione psicologica, questo può portare a gravi conflitti, soprattutto con i propri figli.

 

Quando invece la persona transgender si costruisce una famiglia dopo che  ha completato l’iter di transizione, la difficoltà può essere quella di incontrare un partner che capisca davvero il suo vissuto. Capita a volte, che il compagno, sia attratto da ciò che la persona era prima dell’intervento e non veramente per quello che sente davvero di essere. Inoltre può accadere che la relazione sentimentale pre-intervento possa incrinarsi proprio perché il cambiamento anatomico non viene accettato o compreso. Per questo è necessario che il partner sostenga fortemente e profondamente la persona transgender anche per riuscire ad affrontare insieme, in maniera solidale, il giudizio del mondo esterno.

 

Anche le relazioni sociali possono essere un ostacolo, proprio per il fatto che il transgender viene percepito come colui o colei che si comporta come se appartenesse all’altro sesso, e dunque ambiguo. Questo può provocare derisione, insulti e isolamento.

 

La paura di mettere se stessi ed il proprio equilibrio in pericolo, fa sì che la più intima parte di sé venga proiettata sul prossimo. La transfobia nasce e si sviluppa proprio dalla minaccia per la propria fragile identità di essere messa a repentaglio. Le persone hanno paura da ciò che possono essere in qualche modo minacciate o tentate perché è fondamentalmente inaccettabile per la coscienza.

 

Si ha paura di ciò che è diverso e apparentemente distante dalla propria sfera sessuale.

La frequenza e la facilità con cui uomini eterosessuali frequentano abitualmente il mondo transgender della prostituzione può esserne una conferma.

 

Anche il mondo del lavoro può diventare una realtà difficile, a causa della forte discriminazione e del facilità con la quale il fenomeno transessuale viene allacciato a quello della prostituzione.  Il mobbing e la non assunzione sono molto frequenti poiché sono verità che hanno motivazioni difficili da dimostrare.

 

Dal 1982 (legge 164) è legale in Italia, l’intervento di riattribuzione chirurgica di sesso, che resta la soluzione più estrema, poiché comporta, in seguito ad una terapia ormonale, una trasformazione anatomica del corpo, a tale metamorfosi, fa seguito un cambiamento di tipo anagrafico. Dopo l’intervento possono esserci comunque delle difficoltà psicologiche e relazionali dovute all’anticipazione  di un possibile rapporto sessuale con il partner  con un corpo che si è sempre desiderato ma che resta per molti aspetti, nuovo ed ancora in parte, sconosciuto.

 

Il mondo delle persone transgender non è sicuramente facile e l’individuo che si trova a vivere questa realtà si trova spesso immerso nella sofferenza e nella solitudine. L’obiettivo non è solo quello di creare una rete sociale e amicale intorno che sostenga e accolga, ma favorire la conoscenza e l’informazione affinchè tutti possano essere consapevoli di cosa si tratta. Essere considerati ambigui, omosessuali o qualcosa di estraneo a ciò che si è realmente, non è sicuramente la strada giusta per riuscire a ridurre le difficoltà che si trova a vivere la persona transgender.

https://www.patriziovicini.it/roma-gender-team/

28 Marzo 2024/da Patrizio Vicini

Metoidioplastica

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La metoidioplastica è un intervento chirurgico di cambio-sesso che effettuano i soggetti transgender per poter sostituire l’organo genitale femminile con l’organo genitale maschile. Prima di procedere con l’intervento viene somministrata una terapia a base di testosterone, con la finalità di allargare ed ingrandire  gradualmente il clitoride di una dimensione media di 4-5 cm. L’intervento chirurgico della metoidioplastica consiste, quindi, nel “trasformare” il clitoride in un clitoride ipertrofico, in grado di avere le stesse funzioni vitali di un pene. Si  effettua contemporaneamente un seconda procedura di uretroplastica per poter creare un allungamento dell’ uretra stessa con mucosa buccale prelevata dalla guancia o dal labbro inferiore oppure con la mucosa delle piccole labbra vaginali o entrambe, la procedura viene completata con  una scrotoplastica utilizzando le grandi labbra per contenere due protesi testicolari per formare i testicoli.

La tecnica di metoidioplastica comprende le seguenti fasi:

  • rimozione dell’organo vaginale ossia vaginectomia con chiusura della vagina;
  • il rilascio dei legamenti del clitoride ed estroflessione del clitoride stesso ;
  • raddrizzamento e  allungamento del clitoride;
  • l’uretroplastica combinando lembi genitali e mucosa buccale;
  • e la scrotoplastica, che prevede l’ inserimento di protesi (testicoli).

La Vaginectomia avviene rimuovendo completamente la mucosa vaginale ad eccezione della parte ventrale vicino all’uretra che verrà utilizzata per l’allungamento uretrale. Durante questa fase, qualora non sia già stato fatto in precedenza, si puo’ procedere con isterectomia e annessiectomia. Successivamente i legamenti del clitoride vengono divisi in modo da far avanzare il clitoride verso il basso. Il corpo del pene viene ricostruito utilizzando la restante pelle del clitoride e le piccole labbra, mentre lo scroto sarà ricostruito unendo in linea mediana le grandi labbra dove potranno essere inserite delle protesi in silicone (testicoli di dimensioni medie da 18 a 21 cc di volume). Il risultato finale dipende fondamentalmente da quanto il clitoride si sia ingrandito in seguito alla cura a base di testosterone.

I vantaggi principali della metoidioplastica sono diversi:

  • innanzittutto si tratta di una tecnica non invasiva;
  • il neoglande è dotato di ottima sensibilità in quanto mantiene la sensibilita’ del clitoride;
  • il paziente può urinare in stazione eretta;
  • erezione spontanea e naturale;
  • non crea cicatrici particolarmente visibili;
  • non crea problemi a future ipotetiche operazioni chirurgiche ai genitali, nel caso in cui il paziente volesse procedure con altre metodiche di falloplastica

Lo svantaggio di questa tecnica riguarda le dimensioni del pene, in genere 5-7 cm che può essere comunque una dimensione sufficiente per la penetrazione vaginale. Tuttavia sussiste la possibilità a seguito dell’intervento di inserire oltre le protesi testicolari anche delle protesi intracavernose di allungamento penieno in un secondo momento in base alle possibilità generate dal risultato finale dell’intervento che garantiscono anche una maggiore rigidita’ peniena . In caso di chirurgia per l’allungamento dell’uretra, il paziente dovra’ attendere 3 mesi prima di applicare dilatatori o protesi. Dopo una metoidioplastica, può risultate molto utile anche l’utilizzo di un vacuum ossia un cilindro che induce  un trazione  determinata dalla  pressione negativa , che utilizzato regolarmente per 2-3 anni, può arrivare ad aumentare  la lunghezza del pene  la circonferenza, rendendo questo metodo un’alternativa economica e priva di rischi alla cosiddetta falloplastica ricostruzione totale peniena con altre tecniche.

20 Marzo 2024/da Patrizio Vicini

Patologie andrologiche in età giovanile: “Criptorchidismo, Varicocele e Ritardo Puberale”- L’importanza della prevenzione in andrologia.

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Patologie andrologiche in età giovanile: “Criptorchidismo, Varicocele e Ritardo Puberale”-

L’importanza della prevenzione in andrologia.

La prevenzione in andrologia ha assunto un ruolo sempre di maggiore rilievo, infatti diagnosi precoci e terapie tempestive consentono l’impostazioni di soluzioni efficaci per patologie ritenute un tempo non curabili.

Assistiamo oggigiorno sia all’aumento d’incidenza di patologie maschili come malformazioni congenite, varicocele, neoplasie testicolari, infertilità fino ad arrivare alla sterilità e, dall’altro alle numerose incertezze che permangono sui meccanismi ezio-patogenetici.

L’assenza della visita medica dipendente dalla mancata effettuazione della leva obbligatoria rappresenta un ulteriore elemento di attenzione, che rende auspicabile sensibilizzare maggiormente anche il sistema scolastico per la prevenzione di tali patologie.

Criptorchidismo

Il criptorchidismo è la malattia di più frequentemente coinvolgimento delle ghiandole endocrine, è definito criptorchide il soggetto che presenta uno e entrambi i testicoli permanentemente al di fuori dello scroto, lungo la fisiologica linea di discesa.

Ha una frequenza alla nascita di circa il 4-6% dei maschi per diminuire fino allo 0,8% dopo tre mesi di vita, percentuale che rimane invariata nel corso degli anni.

La diagnosi può essere posta dopo il VI mese quando è terminato il periodo di discesa spontanea

Varicocele ed Infertilità maschile

Un’altra patologia che può compromettere gravemente la fertilità , ma anche diagnosticata precocemente e facilmente risolvibile è il varicocele. Tale malattia si manifesta con una dilatazione del plesso pampiniforme , molto più frequente a sinistra (15% dei maschi adolescenti ed adulti),

rappresenta la più frequente causa di infertilità maschile, l’innalzamento di temperatura a livello del testicolo causato dal sangue venoso refluo e l’accumulo di radicali liberi e metaboliti tossici determinano un danno della spermatogenesi.

La terapia può essere chirurgica (legatura delle vene spermatiche) o radiologica mediante sclerotizzazione delle stesse.

In entrambi i casi lo scopo è quello di prevenire un eventuale danno sulla linea seminale.

Come descritto in Letteratura la sclerosi o sclerotizzazione effettuata per via“anterograda” deve essere considerata la metodica di “prima scelta” sia nel trattamento del varicocele primitivo e recidivo, sia monolaterale che bilaterale, in quanto rispetto agli altri interventi ha il vantaggio di essere minimamente invasiva, può essere effettuata attraverso un’ anestesia locale, ha un più basso tasso di recidiva ( 5%), di complicanze, ed è sempre effettuabile anche nei casi di varicocele recidivo e varicocele destro.

Ritardo puberale

Un’altra condizione a prevalente comparsa in età adolescenziale è il ritardo puberale.

Il ritardo dello sviluppo puberale si presenta nei ragazzi con una frequenza maggiore rispetto alla pubertà precoce, ed è definito come mancato aumento del volume testicolare entro i 14 anni. Una classificazione della pubertà ritardata utile dal punto di vista diagnostico si basa sul dosaggio delle gonadotropine che permette di dividere i due gruppi dell’ipogonadismo ipogonadotropo da difetto ipotalamo-ipofisario e dell’ipogonadismo ipogonadotropo da deficit primitivo testicolare.

La terapia dell’ipogonadismo ipergonadotropo si pone l’obiettivo di ottenere una buona virilizzazione e quindi una buona attività sessuale per gli importanti riflessi sia psicologici che sociali che ciò comporta a livello individuale. La terapia di scelta è pertanto la terapia sostituiva con androgeni.

La terapia dell’ipogonadismo ipogonadotropo mira allo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie ed alla fertilità. Nei soggetti giovani nei quali si deve indurre la virilizzazione la terapia sostituitiva con androgeni sembra la più opportuna.

In caso d’induzione della spermatogenesi la terapia con gonadotropine o con somministrazione pulsatile di GnRH è indicata.

Bibliografia

1) Pfeiffer D, Berger J, Schoop C, Tauber R. [Varicocele and pubertal testicular growth. A prospective study].Urologe A. 2008 Jan;47(1):59-64. German

2) Tauber R, Pfeiffer D.Surgical atlas varicocele: Antegrade scrotal sclerotherapy.

Tauber R, Pfeiffer D.BJU Int. 2006 Dec;98(6):1333-44. No abstract available

11 Marzo 2024/da Patrizio Vicini
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